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KC Novara Monterosa

 21.1.2013

E’ stata presentata al pubblico di Novara nella basilica di S. Gaudenzio la grande tela dell’altare di Sant’Adalgiso dopo il restauro realizzato col contributo del Kiwanis Club Novara MONTEROSA, dei club cittadini ed altri enti.

Presenti il vescovo di Novara S. E. Mons. Franco Giulio Brambilla, il Prefetto S. E. Francesco Paolo Castaldo, il Presidente della Provincia Diego Sozzani e il delegato del Sindaco, i Presidenti dei Club e un folto pubblico.

Dopo i saluti e i ringraziamenti da parte del Can. Mons. Natale Allegra, prevosto della basilica, e del Presidente della Fabbrica Lapidea, Prof. Raul Capra, ha preso la parola il Can. Mons. Carlo Maria Scaciga, Direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi.

Mons. Scaciga ha tracciato brevemente il percorso che ha determinato il restauro, sottolineando che la presentazione dell’opera al pubblico è stata programmata facendo coincidere la vigilia della festa di S. Gaudenzio, primo vescovo e patrono della città di Novara, con un avvenimento culturale. Certamente una chiesa e un museo sono due realtà diverse, ma possono benissimo integrarsi.

In conclusione ha elogiato l’iniziativa promossa dai finanziatori del restauro, che più volte hanno rivolto la loro attenzione e i loro interessi al recupero di un bene artistico, mettendo in pratica quanto suggerito dalla nostra Costituzione in tema di tutela del patrimonio storico e artistico della Nazione.

A seguire è intervenuto il Prof. Francesco Gonzales, responsabile dei rapporti con gli Organi di Tutela, che ha ricordato le tante iniziative dell’Interclub, che in venticinque anni dalla sua costituzione, sotto la guida del Presidente Ing. Giampaolo Ferrari, ha patrocinato e collaborato per il recupero dei beni culturali del territorio novarese.

Infine, la restauratrice Prof.ssa Giovanna Mastrotisi ha esposto le varie fasi del lavoro e le difficoltà incontrate sin da quando l’ancona fu staccata dal muro dove era ancorata e le fu affidata. Con l’ausilio di slides ha mostrato il modo di procedere evidenziando i numerosi problemi incontrati: depositi di polvere, macchie di unto, sollevamento del colore, abrasioni e buchi, ma anche i danni per gli erronei procedimenti conservativi precedenti, a cui si è aggiunto il degrado  provocato dalle stagioni. Paradossalmente si sono salvati i colori delle parti della tela accartocciate sui quattro lati del telaio.

L’opera è stata sezionata in scomparti, su ciascuno dei quali è stato proceduto al restauro. Efficace la proiezione delle slides per dimostrare la tela prima e dopo la cura. Anche il telaio di legno presentava numerose lacune e tagli, oltre ad una diffusa e tenace cortina di sporco. Ma anch’esso al termine è stato recuperato e riportato all’origine, come pure la cornice lignea ripassata con pittura in oro per colmare le diverse lacune.

L’ancona è una tela molto grande, che raffigura Sant’Adalgiso, 32° vescovo di Novara, nel momento in cui consegna ai canonici di S. Gaudenzio la pergamena della donazione del comune di Cesto, che si trovava, come ora, nel contado novarese. È situata sull’altare dedicata al santo nel transetto di sinistra  della basilica. L’autore Pelagio Pelagi fu un affermato pittore, scultore e architetto bolognese vissuto tra il XVIII e il XIX secolo, lavorando in diverse città italiane. La tela di stile neoclassico fu dipinta nel periodo 1830-1832 e riporta espliciti riferimenti ad un’opera di Guido Reni esposta nella chiesa di Notre Dame a Parigi.   

Al termine della cerimonia il Presidente dell’Interclub ha consegnato al Direttore della Caritas diocesana, Don Dino Campiotti, socio onorario del Kiwanis Club Novara MONTEROSA, quanto è avanzato dalle spese del restauro.

Pruma di lasciare la basilica S.E. Mons Brambilla ha dato inizio alla festa di S. Gaudenzio, facendo aprire il sontuoso e ricco scurolo, la cripta sopraelevata, dove in un’urna d’argento riposano le spoglie del santo. (a.l.)          

 

 *****

Alla serata di venerdì 25 gennaio scorso è intervenuto al Kiwanis Club Novara MONTEROSA il socio Dott. Federico D’Andrea, che ha tenuto una conferenza sulla nutrizione.

Il Dott. D’Andrea è primario della Struttura Dietetica e Nutrizione Clinica presso l’Ospedale Maggiore “Della Carità” di Novara e Presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia. Collabora con alcune riviste del settore, nazionali e internazionali,  sulle quali ha pubblicato numerosi articoli scientifici ed è relatore e organizzatore di stages sulla nutrizione.

Ha introdotto la relazione presentando la nuova specialità della Nutrizione Clinica presso la Struttura del locale ospedale, i cui contorni, a causa della novità, non sono ancora ben delimitati e per questo poco conosciuti, ma in Piemonte l’Ospedale di Novara ha raggiunto una eccellenza assoluta, riconosciuta  a livello nazionale.

Il nutrizionista, ha precisato, non è il dietologo, perché la sua funzione nella quasi totalità dei casi consiste nell’indurre i pazienti ad assumere i cibi e quindi a nutrirsi. Può apparire una banalità, ma specie per i malati è un problema molto importante. Si pensi ai malati di tumore o affetti da gravi patologie oppure reduci da operazioni chirurgiche, o ancora a quei malati per i quali la dieta assume un ruolo terapeutico essenziale, quali i diabetici, gli obesi, i celiaci o coloro che soffrono di insufficienze renali od epatiche.

La nutrizione clinica si occupa delle problematiche legate all’alimentazione in senso lato e si propone, attraverso valutazioni cliniche e strumentali, una impostazione terapeutica nutrizionale. A causa della sua comparsa piuttosto recente negli ospedali le conoscenze al riguardo sono talvolta vaghe e confuse, e soprattutto è scarsa l’informazione. Ognuno ha l’idea che l’alimentazione faccia riferimento all’assunzione di cibi necessari per vivere, ma quando si parla di nutrizione le idee non sono del tutto chiare.

La nutrizione tratta il rapporto tra i diversi elementi e la salute, per cui una buona nutrizione è indispensabile per il funzionamento degli organi del corpo umano e per il mantenimento di uno standard adeguato per svolgere attività con efficienza e per la  difesa dalle malattie.

La scienza della nutrizione fornisce i supporti necessari conoscitivi delle sostanze nutritive per raggiungere un giusto equilibrio nutrizionale, la cui mancanza determina l’insorgere di disturbi o l’aggravamento di patologie in atto nell’ammalato e perciò viene ad assumere un ruolo fondamentale.

Gli esempi, per dimostrare la necessità di nutrirsi in modo equilibrato, sono tantissimi. Si pensi alle persone anziane o ai malati oncologici, che non sono idonei a concludere un ciclo chemioterapico  se non supportato da un sostegno nutrizionale adeguato.

La nutrizione deve essere necessariamente affidata ad uno specialista medico. Altri professionisti, come i biologi, i farmacisti ed altri, anche se bravi, non sono medici e appartengono a categorie che, se intervengono in fattispecie della specie, non possono visitare i pazienti. La nutrizione, ha detto il Dott. D’Andrea, è un processo tecnico; la dieta invece è una terapia.

Un paziente prima ha bisogno di essere  nutrito e poi esaminato, valutando altri aspetti. Infatti, nella gestione degli ammalati in ospedale concorrono diversi laboratori, come quelli che curano gli obesi, i celiaci, gli affetti da malattie metaboliche o da nefropatie, gli ammalati di tumore.

Da ciò deriva l’importanza di questa specialità nelle strutture ospedaliere, specialmente nei casi in cui il paziente deve essere alimentato in modo artificiale, che in realtà può essere eseguita anche a domicilio con determinate cautele.

L’attività della Struttura della Nutrizione presso il locale ospedale ha proceduto nel decorso anno a visitare oltre 4000 persone, provenienti anche da altre zone, ha totalizzato circa 4000  prestazioni ambulatoriali ed ha effettuato oltre 400 visite domiciliari. Va segnalato che la Regione Piemonte ha offerto molte opportunità per gestire i problemi del settore e amministrare le strutture.

Nell’illustrare lo scenario in cui opera, il Dott. D’Andrea ha fornito una serie di dati che si possono così riassumere: in  ospedale finora si è presentato oltre il 30%, con punte che arrivano fino al 55% di persone malnutrite. Il 46% sono pazienti in cura per altre patologie, il 17% pazienti che hanno subito un intervento chirurgico, il 43% sono persone anziane.

Trascurare un campo così vasto significa aumentare le patologie e peggiorare la situazione  con aggravi di spese e di risorse umane, dovendo ricorrendo a degenze prolungate e soprattutto con un peggioramento della qualità della vita con ripercussioni sulle famiglie.

Il Dott. D’Andrea ha poi accennato alla celiachia, una malattia che si può manifestare a tutte le età e per la quale non c’è prevenzione, in quanto i sintomi emergono quando è già insorta.

La malattia è causata dall’intolleranza al glutine. Negli anni 70 era rara; oggi è esplosa  e si parla di un caso su ogni duecento bambini.          

Diverse le cause, ma soprattutto perché si mangia grano, che rispetto al passato è molto più ricco di glutine, per rendere la pasta più elastica. Il bambino non cresce, perché l’intestino non assorbe. Rispondendo ad una domanda specifica, il relatore ha escluso la connessione dell’aumento del glutine nei cereali con con analoghi prodotti OGM. La malattia colpisce anche gli adulti, comprese le persone in età avanzata. I sintomi sono vari e differenti, soprattutto quelli gastrointestinali, ma possono interessare altri organi, oppure accusare sintomi di stanchezza, anemia, mal di testa, come è successo ad un paziente, ha raccontato il relatore, che aveva provato inutilmente altre cure per guarire, fino a quando non è stato sottoposto ad indagini specifiche sulla celiachia.

Nemmeno sulla terapia c’è certezza assoluta, se non quella di evitare cibi con glutine, come non c’è certezza per prevenire la malattia.

Ha poi concluso evidenziando alcuni risvolti di carattere religioso, legati alla necessità di mangiare cibi con glutine. Si pensi agli Ebrei che celebrano la Pasqua col mangiare pane azzimo, oppure ai cristiani romani, che per celebrare l’eucaristia prendono ostie di grano. Ad ogni modo le autorità preposte hanno provveduto.

Al termine il Dott. D’Andrea è stato sottoposto ad una fila di domande, a cui ha risposto fornendo tutti i dettagli e le curiosità richieste ed ha ricevuto gli applausi e le congratulazioni del pubblico, composto non solo da soci del Club, ma anche da numerosi amici. (a.l.)


del 26/02/2013

ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE FONDATA NEL 1915 A SERVIZIO DELLA COMUNITÀ E DEI BAMBINI

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