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SICILIA 1 - Marzo

KC MESSINA

Il Kiwanis Messina alla Chiesa di S. Maria Alemanna
Tavola rotonda su: Messina InVita. Idee-Ipotesi -Proposte
Alla presenza di un folto pubblico, nella splendida cornice della Chiesa di S. Maria Alemanna, uno dei pochi edifici risparmiati dal terremoto del 1908, sabato 10 marzo, si è svolta la tavola rotonda: Messina InVita. Idee - Ipotesi – Proposte. La manifestazione, organizzata dal Kiwanis Messina, con il patrocinio del Comune, rappresentato per l’occasione dall’Avv. Giuseppe Corvaja, Assessore all’Urbanistica e dal Dott. Pippo Isgrò Assessore alle Politiche del Mare, ha dato luogo ad un vivace dibattito a cui hanno partecipato alcuni noti professionisti messinesi e il Direttore vice dirigente del locale Comando dei Vigili del fuoco. Dopo i saluti di prassi alle autorità e agli ospiti, tra i quali il dott. T. Brancato, presidente del Club Messina Peloro, la Dott. Privitera, presidente del CIF, i presidenti del Consiglio di quartiere S. Stefano e Faro, rivolti loro dal Cerimoniere, Dott.ssa Lina La Malfa, a cui hanno fatto seguito l’ascolto degli inni nazionale ed europeo e la lettura delle finalità kiwaniane, ha preso la parola la Prof.ssa Lucietta Di Paola Lo Castro, Presidente del Kiwanis Messina. Ella anzitutto ha sottolineato che tra gli obbiettivi del Club c’è anche quello di promuovere appropriate iniziative culturali che incidano in maniera palese e visibile nella realtà cittadina e nel tessuto urbano e sociale. In secondo luogo ha richiamato l’attenzione sull’esigenza sempre più urgente di una pianificazione del futuro urbanistico di Messina, per restituirle il ruolo storico di città viva e attiva con uno spazio urbano che vada aldilà del margine del piano Borzì e comprenda anche spazi attrezzati per bambini, capace di fare di essa un luogo privilegiato di scambi commerciali nel sistema Mediterraneo e nell’Area dello Stretto, una terra dalla grande vocazione turistica per le incantevoli bellezze paesaggistiche cantate già da Omero e illustrate da pittori, meta di santi come Placido e cavalieri e soprattutto centro di attrazione per tanti viaggiatori del passato come Houel e Goethe solo per ricordarne qualcuno. La Presidente si è quindi soffermata sul titolo anzi sul secondo termine del tema della Tavola rotonda : InVita. Si tratta di un termine - ha precisato - che sottende una valenza semantica plurima. Esso anzitutto è la terza persona del presente del verbo invitare e indica l’azione del soggetto in questo caso Messina che rivolge un invito ai suoi figli, ai suoi amministratori; un invito che diventa un’invocazione perché essi forti di quello che i Romani chiamavano amor civicus, l’aiutino, a ritrovare la sua identità, a riappropriarsi del territorio più volte devastato e violentato, a recuperare la memoria storica. Ma il termine non è e non vuole essere solo questo, analizzato nella sua forma grafica InVita non è e non può essere solo un verbo, la I maiuscola e la V anch’essa maiuscola scardinano il termine nella preposizione In e nel sostantivo Vita: sostantivo che rinvia ad una riflessione più profonda che a sua volta postula una domanda: Messina vive, è ancora in vita? Qual è la qualità della vita nella nostra città ? Come vivono i messinesi? Quali spazi vivibili ci sono in essa per i bambini.? Il Kiwanis Messina ai fini della conservazione della memoria storica della città e dei suoi villaggi, per la valorizzazione del loro patrimonio culturale artistico e antropologico - ha continuato la Di Paola – ha istituito “La Giornata della cultura nei villaggi” a partire da quest’anno e dal Villaggio di S. Stefano Medio. In collaborazione con le autorità civili religiose e scolastiche bandirà a breve un concorso sulla storia del villaggio riservato agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado nati e residenti nel villaggio interessato. A questo punto ha preso la parola l’assessore Isgrò che ha ringraziato tutti i convenuti ed espresso il suo compiacimento per iniziative come questa del Kiwanis Messina che dimostrano come l’amore per la città non è venuto meno nei Messinesi. Si dà avvio intanto al dibattito con il primo intervento dell’ingegnere Franco Mento, promotore dell’iniziativa in seno al Club di cui è anche socio come tutti gli altri relatori. Egli dopo aver ricordato l’amico scomparso qualche anno fa, architetto Uccio Di Sarcina, ha discusso della qualità della luce negli spazi urbani. Attraverso una serie di slides a colori e in bianco e nero, riguardanti edifici importanti come il Teatro Vittorio Emanuele e Palazzo Zanca, illuminati a suo avviso male, in eccesso o in difetto, ha evidenziato come una non idonea illuminazione possa avere effetti negativi sulla bellezza architettonica di un edificio, deturpandolo, dato che la luce può sacrificare fregi, sculture o altri elementi decorativi; persino l’illuminazione del Pilone realizzata per il centenario dell’unità di Italia - ha soggiunto Mento - è il risultato di una cattiva qualità della pubblica illuminazione messinese, che in ogni caso va ripensata e pianificata tenendo conto di alcuni fattori estetici fondamentali. Della ricostruzione degli edifici subito dopo il terremoto ha parlato invece l’ing. Angelo Di Dio. Anche lui con l’ausilio di immagini ha illustrato le vicende della ricostruzione post terremoto con le “baracche” e ha poi descritto le varie fasi del restauro del palazzo della Banca d’Italia nella sede attuale. Ha mostrato le foto degli interni, della scala che oggi non c’è più, delle sacrestie, ovvero dei caveau, e di tanti altri elementi decorativi ed architettonici significativi; ha inoltre ricordato i diversi interventi di restauro, in particolare quello assai “pedestre” del 1973 che ha modificato persino i colori del prospetto esterno, a fronte di un intervento più recente davvero attento e conservativo realizzato sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza che ha restituito all’edificio la sua bellezza originaria. Della Sicurezza in città si è occupato l’ing. Tomasello, forte della sua esperienza nel campo, ha illustrato, attraverso slides, gli interventi delle sue squadre dei vigili del fuoco in occasione di incendi in alcune zone della città, facendo notare come ogni piano urbanistico debba essere progettato tenendo conto di spazi adeguati necessari per il movimento dei mezzi di soccorso dei vigili del fuoco, le cui forme dimensioni e caratteristiche sono diverse da qualsiasi altro mezzo pubblico. Si è poi soffermato sui sistemi antincendio che devono essere presenti negli edifici e sull’approvvigionamento idrico elemento indispensabile per le operazioni dei vigili del fuoco. Le linee-guida del Piano Regolatore Generale sono state presentate dall’ingegnere Edoardo Contrafatto insieme all’Assessore all’Urbanistica Avv. Corvaja. Dopo aver ricordato che già nel 2009 c’era stato un convegno di studio organizzato dal Kiwanis, dal Gabinetto di Lettura e dalla Società di storia patria, inerente al recupero della memoria e alla progettazione del futuro della città, l’ing. Contrafatto ha ripercorso la storia urbanistica di Messina a partire dal piano Papa (1844-1869), a quello Spadaro (1869-1908) che sacrificò il Piano della Mosella, per arrivare al Piano Borzì (1908-1959) preferito a quello Guidini, per ricostruire la città dopo il terremoto. Si arriva così al piano Tekne del 1976, quando la città tenta di ridisegnare la sua immagine e poi al Piano Urbani del 1992 e alla Variante del 2003: le sue acute attente e pertinenti osservazioni da componente della Commissione edilizia, allora, non furono ascoltate. Egli ha sottolineato anche la grande confusione normativa in materia di urbanistica. Il discorso sul PRG viene ripreso e portato avanti dall’Assessore Corvaja, fautore dello stesso per illustrarne alcune linee fondamentali. L’avv. Corvaja ha messo in rilievo anzitutto come il Nuovo PRG sia lo strumento necessario per progettare il futuro della nostra città, il mezzo più efficace per stabilire lo sviluppo economico e sociale della nostra comunità, per attuare la corretta gestione del territorio molto fragile in alcune zone colpite dalle recenti calamità. Ha ribadito come sia in aumento la sensibilità sullo lo stretto nesso tra sviluppo urbano e risorse territoriali, ambientali paesaggistiche e culturali. Ha ritenuto fondamentali nel Nuovo PRG la valorizzazione dei villaggi collinari, l’attuazione della perequazione urbanistica, l’attenzione al verde e agli spazi attrezzati anche per bambini. Tante le criticità da affrontare e che vanno dal traffico, ai trasporti, dal degrado del patrimonio ambientale e paesaggistico alla mancanza di sicurezza, ai rischi idrogeologici e sismici. Il Nuovo PRG - ha concluso Corvaia – è uno strumento aperto e flessibile e si inserisce a pieno titolo in un quadro di compatibilità con l’ambiente essendo basato sul governo attento e razionale del suolo e del territorio. Il futuro di Messina va progettato guardando alla qualità della vita e alla utilizzazione di aree come la Zir e Maregrosso. Ha concluso la serata l’architetto Vittorio Potestà il quale forte della sua attività professionale lunga 45 anni si è soffermato sul patrimonio architettonico della di Messina città spesso oggetto di maltrattamenti e di scempi e soprattutto sulle risorse e ricchezze che essa può ancora oggi offrire ai messinesi e a chi viene da fuori. E così a titolo esemplificativo ha presentato il patrimonio artistico, architettonico e paesaggistico del villaggio di S. Stefano Medio che non va dimenticato un tempo era comune autonomo. Davanti allo sguardo sorpreso e meravigliato del pubblico si sono susseguite sullo schermo le immagini dei resti di una cappella bizantina con splendidi affreschi all’interno, dei ruderi di un castello medievale, di diverse chiese, tra cui la Chiesa di S. Maria dei Giardini, al cui interno si possono ammirare un dipinto dell’Alibrandi, diversi marmi policromi, cornici in legno a tortiglioni di raro pregio, oltre che un vasto tesoro di oggetti in argento. L’arch. Potestà ha invitato tutti i presenti a visitare il Villaggio in occasione della realizzazione dell’iniziativa annunciata dalla Presidente del Club e relativa alla Giornata della cultura che sarà celebrata il 1 luglio 2012.


KC PELORO MESSINA

MESSINESITÀ

Come una semplice conviviale tra amici possa diventare un interessante momento di confronto di opinioni su un argomento che sta a cuore a tutti, la propria città, tra passato, presente e futuro, ancorché incerto, lo ha dimostrato il Kiwanis Club Peloro, che sabato 03 marzo ha visto i propri soci insieme a graditi ospiti dare vita, al Jolly Hotel, ad un vivace dibattito, grazie alla presenza come relatore del dott. Franz Riccobono, che non ha certo bisogno di presentazione, in quanto emerito concittadino di vasta cultura e competente conoscitore della storia antica e delle tradizioni di Messina. Erano presenti in sala anche il prof. Gambino, dell’Università di Messina e la prof.ssa Lucietta Di Paola, presidente del Kiwanis Messina, oltre ai soci del Kiwanis Peloro Junior. Dopo le formalità di rito, dall’ascolto dell’inno nazionale ed europeo al saluto degli ospiti, il presidente, dott. Tonino Brancato, ha introdotto il dott. Riccobono. Dalla sua esposizione, sempre chiara e comprensibile anche per i non addetti ai lavori, traspare non solo l’approfondita conoscenza di tutto ciò che riguarda la città, ma anche l’orgoglio dell’appartenenza e quell’amore verso le proprie radici, che solo può giustificare tutto il tempo dedicato all’argomento, nella ricerca anche di soluzioni che possano dare un futuro certo a questa città, che una volontà politica non sempre lungimirante e poco accorta sta riducendo sempre più ad un semplice agglomerato di case, con poche prospettive che spingono i giovani a tentare strade lontane, lasciando un luogo che la natura ha creato stupendo, ma che sembra poco amato dai suoi abitanti, sempre più stanchi e rassegnati, pronti ad indignarsi, ma poco propensi ad agire.
Dagli slides proiettati dal dott. Riccobono, ognuno di noi ha sicuramente appreso anche qualcosa che ancora non conosceva, ma tutto contribuisce a far nascere o rinascere il senso di appartenenza che ci fa desiderare di migliorare noi stessi e conseguentemente quello che ci circonda, senza dovere ricorrere al recupero della “messinesità”, la cui perdita, secondo alcuni, sarebbe la causa del disamore verso la propria città, ma che sembra solo un pallido tentativo di giustificare le manchevolezze di chi ha la responsabilità di occuparsi a qualunque titolo di questa città, tanto martoriata nel passato dalla natura e dagli uomini, ma che continua ad esserlo anche nel presente, per logiche non sempre comprensibili ai più.
Il dibattito che si è acceso tra i soci e gli ospiti è stata la prova di quanto l’argomento coinvolga tutti ed ognuno ha voluto esprimere la propria opinione anche con proposte interessanti che veramente potrebbero fare la differenza e dare prospettive ai giovani, per non rischiare di diventare, fra qualche tempo, un paesone abitato solo da vecchi.