INDICE >>>

PIEMONTE 3 - Febbraio

KC NOVARA
Service pro Associazione Il Solco

Sabato 25 febbraio prossimo verrà inaugurata la casa di accoglienza Regina Pacis di Novara per minori e donne in difficoltà. Si tratta di un’ iniziativa di per sè significativa, ma ancora più importante in momenti di crisi lavorativa e abitativa particolarmente acute. La casa d’ accoglienza è costituita da una nuova struttura, gestita dall’ associazione di volontariato Il Solco, alla quale il Kiwanis Club Novara ha inteso destinare un contributo tangibile: 2.500 euro per l’ arredamento di due stanze. La decisione del Kiwanis Club Novara scaturisce dalle finalità istituzionali che ispirano le sue attività: ossia, dimostrarsi soggetto attivo della comunità sociale, occupandosi in particolare dei diritti, della salute psico-fisica.

KC GHEMME BASSA VALSESIA

Due importanti iniziative del Club Kiwanis Ghemme Bassa Valsesia si sono succedute in questi giorni.
Venerdì 17 febbraio al ristorante Vecchia Sizzano c’è stato un interessante incontro con la scrittrice Valeria Montaldi (casa editrice Rizzoli).

Nata a Milano, dove ha seguito gli studi classici laureandosi in Storia della Critica d’Arte, la Montaldi si è dedicata per circa venti anni al giornalismo trattando di personaggi e luoghi del costume e dell’arte milanese. Esordisce nel 2001 come scrittrice di romanzi ottenendo da subito ambiti riconoscimenti. Al suo primo lavoro nel campo della narrativa: “Il mercante di lana” hanno fatto seguito: “Il signore del falco” (2003), “Il monaco inglese” (2006), “Il manoscritto dell’imperatore” (2008) e “La ribelle” (2011).
Le sue storie sono ambientate nei castelli della Valle d’Aosta, nelle strade di Milano, nei boschi lombardi, nelle strade di Parigi. Narrano delle vicende di mercanti, popolani, aristocratici, monaci, inquisitori, eretici, streghe, armigeri, vissuti in epoca medioevale verso la metà del 1200.
Durante l’interessante serata organizzata dal Club Kiwanis di Ghemme l’autrice ha raccontato del suo ultimo libro “La ribelle”, che narra di una donna coraggiosa, che esercitando la professione di medico non esita a ribellarsi alla mentalità e alle convenzioni di quel difficile periodo della nostra storia. In queste poche frasi può essere sintetizzata la storia di Caterina, la protagonista del romanzo:
Credeva che il destino delle donne non fosse già scritto. Ed era pronta a combattere per conquistare il suo. Gli uomini possono conquistare il mondo. Solo una donna può cambiarlo. Anno 1254. Caterina da Colleaperto, una giovane donna che ha dedicato tutta se stessa allo studio dell’arte medica, esercita in un ospedale di Parigi. Decisa a ribellarsi ai ricatti di una corporazione appannaggio di soli uomini.
Valeria Montaldi vive e lavora a Milano e dal 2006 collabora con l’editore Rizzoli.
Ha condotto la serata, con le interviste alla scrittrice, il dott. Lazzarelli dell’omonima libreria di Novara.
Nei giorni precedenti l’incontro con la Montaldi il Club Kiwanis di Ghemme ha regalato una giornata speciale ai bimbi dell’asilo di Sizzano. Per spiegarne la motivazione occorre fare un passo indietro: nel corso della serata degli auguri di Natale 2011 svoltasi al Ristorante Vecchia Sizzano la Presidente del Club aveva annunciato che il ricavato della serata sarebbe stato destinato all’asilo di Sizzano che, in seguito all’interessamento da parte di alcuni soci del Club di Ghemme, aveva manifestato la necessità di acquistare alcuni supporti didattici, tra cui un televisore di grandi dimensioni. Per favorire una raccolta sufficiente di fondi il Club ha organizzato una lotteria con ricchi premi forniti direttamente dai soci. Con i contributi derivanti dall’acquisto dei biglietti da parte dei soci e di altri avventori che quella sera si trovavano nello stesso ristorante, si è raccolta una cifra che, arrotondata con un prelievo dal fondo cassa dello stesso Club ha permesso di consegnare un assegno a Don Italo, Parroco di Sizzano e responsabile dell’Asilo. Ad ognuno dei bambini è stata invece consegnata una “Bambolina Dolly”. Questa bambolina, ideata e prodotta in esclusiva dal Kiwanis International, è di stoffa di colore bianco e asessuata; disegnandola e colorandola ogni bambino la può personalizzare usando la propria inventiva e la propria abilità. Le bamboline Dolly hanno grande successo in particolare negli asili e negli ospedali pediatrici di tutto il mondo, dove da tempo vengono consegnate ai piccoli ricoverati.
Don Italo, il personale dell’asilo e i bambini erano raggianti e grati nei confronti del ClubKiwanis di Ghemme per le bamboline Dolly e l’aiuto economico che consentirà loro di dotarsi di un televisore di ultima generazione.
Uno dei bimbi ha raccontato una favola con protagonisti gli animali ed imperniata sulla regola d’oro del Kiwanis: “Fai agli altri ciò che vorresti gli altri facessero a te”, poi tutti insieme hanno cantato qualche canzone e l’Inno di Mameli. Qualcuno di loro aveva già le idee chiare su come disegnare la faccia, i vestiti e i capelli sulla bambolina Dolly. La calda accoglienza e la gratitudine dimostrata hanno confortatola Presidente Anna Maria Castellani e la numerosa delegazione del Club presente; è stata la conferma di aver fatto la scelta giusta per la destinazione di questo service.




 

KC NOVARA MONTEROSA

Il Kiwanis Club Novara MONTEROSA ha avuto come ospiti nella serata di venerdì, 10 febbraio c.a., gli architetti Roberto TOGNETTI, Franco BORDINO e Lorenzo PEDICONE, rispettivamente, presidente, responsabile scientifico e segretario del “Comitato d’Amore per Casa Bossi”.
E proprio il Comitato è stato protagonista della serata, nel corso della quale l’Arch. Tognetti ha presentato Casa Bossi quale simbolo di Novara da salvare.
Nell’illustrare la nascita del Comitato ha inteso creare un clima socievole e discorsivo, una serata con effetto caminetto, rappresentando che un gruppo di cittadini aveva avvertito la necessità di mettere in piedi un meccanismo per raccogliere riflessioni e attenzioni nel contesto urbano, ormai assopito e distratto, sottoposto ad una diffusa apatia nei confronti delle cose belle e ornate, che sono il vanto della città. Sin dall’inizio, il Comitato si è prefisso lo scopo di “conoscere e agire” per la tutela e la rinascita del monumento antonelliano, che costituisce l’espressione tra le più importanti e rappresentative dell’architettura civile dell’ottocento, e per la realizzazione di iniziative nel rispetto del periodo in cui l’edificio fu progettato e costruito. Al compromesso pubblico-privato, andato fallito, perché non poteva reggere per le differenti finalità prospettate, cui tendevano i rispettivi rappresentanti, diversi per estrazione culturale e ideologica, non seguì un’analisi o un dibattito o una reazione, tanto che, nel silenzio delle istituzioni, un gruppo di appassionati, il 14 gennaio 2010, e quindi in tempi recenti, sottoscrisse una dichiarazione d’amore per Casa Bossi e costituì il Comitato, come un’associazione semplice con un Consiglio di Amministrazione composto di dieci membri. Nelle parole del Presidente, Casa Bossi rappresenta un’opportunità, un punto di riferimento per manifestazioni, sperimentazioni di iniziative, esperienze culturali e artistiche, in breve, un luogo d’incontro per la realizzazione e l’affermazione dei valori culturali e sociali per i Novaresi e non solo per essi, con ritorni anche economici. Nel proporsi, il Comitato ha stabilito importanti e solidi rapporti con le Amministrazioni Pubbliche, in particolare con Il Comune, anche se ha dovuto registrare una sosta dovuta a motivi fisiologici: da una parte la passata Amministrazione che non ha voluto prendere impegni per le elezioni che erano imminenti; dall’altra parte, la nuova Amministrazione, uscita dalle elezioni, ha chiesto tempo per rendersi conto delle problematiche che affliggono l’edificio. Si è comunque accertata una sensibile capacità d’ascolto attraverso intese di massima e l’impegno di stilare un protocollo strategico che prevede, tra l’altro, la facoltà di sostituzione dell’ente, che non provvede alla realizzazione del progetto concordato. Allo stato, si è in attesa dell’atto di delega. Si è anche alla ricerca di ulteriori sponsor, perché la Casa ha in sé un’energia straordinaria, che dovrebbe facilitare l’acquisizione di fondi, anche di quelli di entità esigua. La struttura può e deve diventare il centro culturale della città attraverso un progetto che si dovrebbe articolare:         
- in un macrocontesto, partendo dall’ottocento e dall’Antonelli e il suo tempo;
- nella stratificazione dei segni del tempo e dell’unicità emotiva;
- nell’intreccio di storie con la memoria collettiva.
Per questi motivi sono stati ideati a adottati alcuni parallelismi, che danno rilievo allo sviluppo delle iniziative relative al monumento:
- esprimere – esprimersi;
- conoscere – conoscersi;
- incontrare – incontrarsi.
Come tutte le belle donne Casa Bassi è croce e delizia. Smisurata nelle sue dimensioni di oltre 5000 mq di superficie complessiva, fu concepita con una brillante e innovativa risoluzione strutturale dal grande architetto novarese come un condominio, diviso in appartamenti, in tutto dodici, parte di essi da utilizzare dai proprietari e parte da affittare per conseguire un’entrata economica. Casa Bossi è entrata nella disponibilità della Municipalità di Novara poco più di mezzo secolo fa, ma l’incuria del tempo e la negligenza degli uomini hanno determinato un degrado notevole e preoccupante. I rari interventi effettuati sono stati marginali, discontinui e scollegati tra loro; anzi si è verificato talvolta di dover rifare quanto già operato. Nonostante tutto, l’edificio ha conservato intatta la sua straordinaria essenza, ma occorre però intervenire in modo organico e determinante per mettere innanzi tutto in completa sicurezza lo stabile e per apportare i necessari adattamenti funzionali, quali l’impianto elettrico, l’adeguamento igienico-sanitario, l’apparato di riscaldamento, il sistema degli ascensori. Poi ci sono gli infissi, le scale, le porte interne, i vetri, le ringhiere delle scale e tanti, tanti altri interventi. In merito va precisato che le opere di adeguamento possono avvenire con tranquillità, perché non vanno ad intaccare le norme che tutelano i beni culturali. Di recente, un gruppo di vivaisti locali, interessato dal Comitato, si è impegnato a pulire e riordinare gratuitamente il giardino antistante la facciata compreso l’abbattimento degli alberi riconosciuti ammalati. La situazione attuale dell’edificio è comunque preoccupante, per cui occorre effettuare i lavori necessari. Per questo il Comitato fa appello a tutti coloro che possono mettere a servizio di un progetto condiviso le proprie capacità e qualità per salvare e valorizzare un monumento tanto eccelso, simbolo della nostra città, anche se la situazione è problematica e complessa .
(a.l.)


KC GALLARATE

Il Kiwanis Club di Gallarate è tra gli sponsor del Concorso indetto dall'Istituto ISIS "C.A. Dalla Chiesa"il cui tema è "La Giustizia"

Bozza di Regolamento