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Don Damiano Pomi è stato relatore alla serata del Kiwanis Club Ghemme e Bassa Valsesia tenutasi al Ristorante Farese sabato 18 aprile u.s.

Don Pomi, valsesiano di Varallo, è stato ordinato sacerdote nel 2010. Laureato in Lettere Moderne con indirizzo storico-archeologico ha seguito successivamente gli studi religiosi ed il baccellierato in teologia. Nonostante la giovane età (ha 38 anni) ha una vasta esperienza nel campo dell’insegnamento, ed una corposa produzione nel campo della cultura: libri, pubblicazioni, contributi, conferenze ed altre attività che lo vedono costantemente impegnato.

La relazione di Don Damiano ha letteralmente aperto nuovi spazi di lettura e devozionali sul Sacro Monte di Varallo Sesia. Il titolo del libro da lui scritto: “La parola si fa arte; luoghi e significati del Sacro Monte di Varallo” traccia nuovi orizzonti interpretativi su questo luogo di culto.

Tutti in zona conosciamo bene o male il Sacro Monte, famoso in modo particolare per le opere di Gaudenzio Ferrari, di Tanzio da Varallo e di altri grandi artisti. All’origine però il Sacro Monte era qualcosa di diverso. Il frate francescano Bernardino Caimi che lo ideò dopo essere stato in Terra Santa come commissario incaricato di eleggere il nuovo custode aveva voluto costruire a Varallo l’esatta copia dei luoghi devozionali di Gerusalemme e dei luoghi in cui si svolse la vita e la passione di Gesù come descritta dal Vangelo. Era il 1478 e con il consenso e l’appoggio del Duca di Milano Ludovico il Moro, interessato a rafforzarsi in questi territori di confine verso il dominio dei Savoia, il Caimi che era personaggio di grande cultura ed intraprendenza, realizzò il suo sogno: ricreare i luoghi e l’atmosfera che lui stesso aveva potuto godere nei suoi soggiorni in Palestina. Erano anni difficili ed era praticamente impossibile recarsi in Terra Santa. La dominazione dei turchi mussulmani (è di quegli anni la caduta di Costantinopoli) impediva di fatto ai cristiani di professare in loco la propria fede. Ancora oggi, cinquecento anni dopo, in alcuni territori si respira la stessa aria. E far vivere sul posto l’atmosfera della Palestina consentiva ai fedeli un percorso devozionale altrettanto pregno di fede cristiana senza doversi esporre a rischi improponibili.

Prese tutte le misure fra Bernardino e si ingegnò per costruire esattamente gli stessi luoghi a Varallo: la grotta della natività, il Santo Sepolcro, il sepolcro della Vergine e così via. Non è rimasto molto di quelle realizzazioni, ma ciò che si può ancora ammirare è sufficiente per comprendere. È come quando si gira un video o si scattano delle foto per ricordare i luoghi, ma soprattutto per viverne le atmosfere, egli lo fece costruendo di sana pianta la ambientazioni palestinesi. Come ricorda l’iscrizione sopra la cappella 43 grazie all’intervento del nobile milanese Scarognini nel 1491 venne inaugurata la prima cappella. Costruì anche il convento francescano e la chiesa di S. Maria delle Grazie e nel 1493 con atto notarile la comunità di Varallo dona al Caimi, Vicario degli Osservanti, il primo nucleo dell’erigendo nuovo complesso religioso: il convento, la Chiesa e, sull’altura sovrastante Varallo, l’eremitorio del Sepolcro, la cappella sotto la Croce, la cappella dell’Ascensione. Bernardino Caimi morì nell’anno 1499. In una guida del 1514 viene descritto il percorso e i complessi sacri, alcuni realizzati con semplici architetture nello stile francescano: Nazareth, Betlemme, il Getsemani, il Calvario, il Sion, etc. con la descrizione delle pitture e sculture di artisti lombardi che ricordavano le scene per aiutare il fedele ad immedesimarsi nell’episodio evangelico.

A conclusione della serata la Presidente del Club kiwanis di Ghemme Alessandrina Gozzi ha ringraziato sentitamente Don Damiano Pomi consegnandogli il gagliardetto e una ceramica artistica.

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