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Il Presidente del Kiwanis Club Novara MONTEROSA, Federico D’Andrea, nell’attuare il suo programma incentrato sulle realtà locali, ha dedicato la serata del 20 febbraio ai vini, di cui le Colline Novaresi costituiscono un sito di eccellenza. All’incontro è intervenuto il Dott. Guido Invernizzi, che ha intrattenuto i soci e gli ospiti sul tema: “Il vino oggi nel mondo”.

Il relatore è di professione medico dirigente presso l’Ospedale Maggiore della città e coltiva l’hobby dell’enologia con particolare competenza e passione. Sommelier dal 2001, è divenuto negli anni un punto di riferimento, conquistando la fiducia dei viticultori nazionali e internazionali. Ha conseguito numerose abilitazioni per l’insegnamento di tecnica della degustazione e dell’abbinamento vino-cibi e tiene masters per lo studio e la degustazione dello champagne. Attualmente è consulente enologo dei consolati del Sudafrica e della Nuova Zelanda.

Nel corso della conviviale ha offerto eccellenti vini della Campania, che ha definito la regione più ricca nel settore, e dell’Abruzzo.

Ha esordito affermando che ogni vino ha sue specifiche peculiarità, che lo differenziano anche dagli stessi vini prodotti in altri territori ed ha suggerito una apposita liturgia per la loro degustazione. Il calice, ha detto, va tenuto per il gambo al fine di evitare le alterazioni causate dalla mano e di tenerlo a giusta distanza dagli occhi per valutarne il colore. All’atto dell’assaggio non bisogna, ad esempio, spruzzarsi di profumi, raccomandando questa prescrizione specialmente alle donne.

Nel presentare la Falaghina del Monte Taburno, in provincia di Benevento, ne ha sottolineato il pregio, perché è un vino coltivato ad un’altezza  di 700-800 metri, mai attaccato dalla fillossera, e con una forte escursione termica, che consente al prodotto di conservare il sapore dell’uva.

Il vino oggi ha una produzione globalizzata, che iniziò oltre 7000 anni fa, quando dall’Asia Minore la vite fece la sua comparsa nelle terre allora conosciute. Sin dai primi tempi l’Italia, la Spagna e la Francia, non ancora Stati, furono e sono restate le Nazioni più progredite rispetto ad altre nella coltivazione della viticoltura.

In anni recenti, a partire del 1970, un balzo in avanti è stato effettuato dalla Spagna, che indusse i contadini a mettere da parte le loro pur valide esperienze nella produzione dei vini e ad affidarsi a professionisti specializzati, provvisti delle cognizioni delle diverse scienze, necessarie per ottenere prodotti di eccellenza.

Su questa strada passi giganteschi sono stati compiuti, ad esempio, dalle regioni meridionali dell’Italia, che si sono imposte nell’industria vitivinicola, fermo restando che ogni regione italiana può presentare prodotti di eccellenza. Il Sud dell’Italia, va ricordato, divenne la seconda patria dei Greci, la Magna Graecia, i quali vi introdussero la vite oltre 3000 anni fa.

Attualmente, anche i paesi dell’Est Europeo, nonostante la loro latitudine, producono vini pregiati, come la Romania, l’Ungheria e la Polonia.

Il vino, caratteristico di un territorio, deve essere abbinato al piatto locale. E’ il sistema, applicato dall’Italia, che ha registrato risultati rilevanti, imponendosi nel mondo.

Venendo al vino champagne, di cui il relatore si è detto entusiasta, ha sostenuto l’origine francese, anche se la sua storia è piena di ombre, a cominciare da colui ritenuto il fondatore, il benedettino Dom Pierre Perignon, di cui mancano notizie certe. Al riguardo sono sorte molte leggende, che hanno finito per ingigantire la fama di questo prelibato vino. Alcuni sostengono che lo champagne sia derivato da un errore avvenuto nel corso della sua vinificazione, volendolo aromatizzare con fiori di pesco e con l’aggiunta di zucchero, che, all’atto di stappare le bottiglie, produsse una spuma.

Sono storie poco importanti, perché il vino è giudicato in base ad altri fattori, il colore, l’odore e soprattutto il sapore. Quel che è certo è che le bollicine sono uniche e sono solo francesi, anche se gli inglesi sostengono di avere inventato le bottiglie con vetro più spesso per evitare la loro rottura e sostituito il tappo di legno con quello di sughero. Elevando un inno alle bollicine dello champagne, il dottor Invernizzi ha concluso con una nota romantica, affermando che una coppa di champagne è una delizia lussuosa per il palato in ogni parte del mondo.

La serata non poteva non concludersi che con una alzata di calici tra la gioia e l’entusiasmo generali. (a. l.)

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AdmirorGallery 4.5.0, author/s Vasiljevski & Kekeljevic.
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