Navigazione veloce

dic 2
Stampa veloce LAN_NEWS_24 icona rss

"Il diritto del bambino al rispetto"- Lezione etico-pedagogica di Janusz Korczac al KC Genova Columbus  

Pubblicato da: Rosalba Fiduccia | KC Genova Columbus |  Letture: 1369

Il 28 novembre 2015 presso il Ristorante Le terrazze del Ducale – Palazzo Ducale – Genova
LUCIANO GIACOMINI, (Chair per l’area Nord per l’Osservatorio dei Bambini e per il Cyberbullismo) e LUIGI PAMPANA BIANCHERI (Presidente del Kiwanis Club Genova Columbus) hanno coordinato una importante conviviale sul tema:
Il diritto del bambino al rispetto
La lezione etico-pedagogica di Janusz Korczak


Ospite ed eccezionale relatrice la prof.LUISELLA BATTAGLIA


Professore Ordinario di Filosofia Morale e Bioetica, Membro del Comitato Nazionale per la Bioetica, Direttore Scientifico dell’Istituto Italiano di Bioetica, “Inventore dei diritti dei deboli”: così è stato definito Janusz Korczak (1878 -1942), pediatra, pedagogista e scrittore polacco, che ha dedicato la vita al riconoscimento dei diritti dei marginali e dei discriminati, a partire dai bambini. Quello dei diritti dei bambini è, in effetti, un vero e proprio debito aperto con la storia. Il concetto di infanzia e la sua valorizzazione sono una conquista recente nella storia dell’umanità: l’idea che ai bambini vadano riconosciuti diritti è riuscita a tradursi in concrete norme giuridiche solo con la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia (1989) dopo un lungo e travagliato percorso. Che, dobbiamo aggiungere, è tutt’altro che concluso, anche nel nostro paese: basti pensare a recenti episodi della cronaca che hanno visto bambini esposti agli effetti devastanti di guerre tra i genitori in nome di una sorta di‘diritto di proprietà’ contrabbandato come ‘superiore interesse del minore’. Da qui alcune domande: i bambini sono davvero soggetti di diritto? La nostra società è in grado di tutelarli dalla violenza, dall’abbandono, dalla mancanza di cura? Sono le stesse domande che si pone Korczak agli inizi del ‘900 e che sono all’origine del suo progetto: creare una Casa in cui i bambini siano finalmente considerati il popolo di oggi e non il popolo di domani, il che significa, riconosciuti per le persone che sono e non per gli adulti che diventeranno. E’ penoso e scomodo – osserva Korczak - essere piccolo dal momento che siamo abituati, noi adulti, ad ammirare ciò che è grande e a ritenere che i piccoli non possano che avere piccole necessità, piccole gioie e piccoli dolori. Ma soprattutto il bambino per noi è un “non ancora”. Che farà nella vita?, ci chiediamo impazienti, sognando il perfetto uomo del futuro.
“Il fiore annuncia il frutto che arriverà – si legge ne Il diritto del bambino al rispetto, Ed. dell’Asino 2011 - ma l’irrequieta attesa di quel che verrà fa in modo che non rispettiamo veramente quel che abbiamo ora. Solo di fronte a Dio, il fiore di melo e il grano in erba valgono quanto una mela e il grano maturo”.
Dobbiamo a Korczak una delle critiche più acute e penetranti di quello che potrebbe definirsi l’”adultocentrismo”, la prospettiva che, ponendo al centro le caratteristiche, gli interessi, le aspirazioni dell’adulto, definisce il punto d’osservazione e i valori di riferimento in base a cui valutare la realtà dell’infanzia. A questa visione, per cui l’adulto diviene la misura di tutte le cose, si oppone un’etica dell’infanzia fondata sul rispetto dell’identità del bam-bino e sul pieno riconoscimento della centralità dei suoi interessi.
Su questa base prende corpo nel 1912 la “Casa degli orfani”, vissuta come una grande famiglia ma organizzata come una piccola repubblica. Vero e proprio esperimento di democrazia diretta, la Casa è gestita da tutti i suoi abitanti: il grosso del lavoro (letti da rifare, pasti da preparare) è svolto dai ragazzi; a seconda dell’età, ciascuno assume un impegno e i più grandi aiutano i più piccoli, di cui sono, in certa misura, responsabili. Le regole di vita sono eguali per tutti, senza eccezioni né privilegi; per garantirne l’osservanza esiste un tribunale - composto da 5 giudici eletti ogni settimana dai ragazzi tra coloro che non hanno questioni in sospeso - dove si possono denunciare torti e offese subite. In tal modo si intende trasmettere un’idea di giustizia che alleni i ragazzi alla tolleranza e alla comprensione delle ragioni degli altri e miri all’accertamento dei fatti e alla ricerca della verità. Ma è soprattutto la dimensione dell’affettività ad essere coltivata come decisiva per la costruzione della personalità dal momento che “nessun ragazzo è difficile o cattivo ma lo diventa perché è infelice”. E’ qui fondamentale il ruolo dell’educatore chiamato a scoprire le ragioni dell’infelicità, sanare il dolore, ridare le ragioni della fiducia. Se il medico strappa il bambino alla morte, compito dell’educatore è conquistare il suo diritto a vivere. Un diritto che sarà tragicamente negato con la fine di un esperimento pedagogico per molti aspetti straordinario, quando il 4 agosto 1942 Korczak e i suoi orfani, vestiti dei loro abiti migliori e portando una bandiera verde, simbolo di speranza, si avvieranno verso il loro destino di morte a Treblinka.


KC Genova Columbus
KC Genova Columbus
KC Genova Columbus
KC Genova Columbus





TAGS:   
diritti   bambini   infanzia   
(aggiungi tags)




Tema Grafico by iWebSolutions - partner e107 Italia