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KC Catania Est - Conferenza sulla Festa di S.Agata e partecipazione alla processione di offerta della cera  

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Pubblicato da: Rosalba | KC Catania Est | 01.03.2019 |  Letture: 702

KC Catania Est - Conferenza sulla Festa di S.Agata e partecipazione alla processione di offerta della cera
A Palazzo della Cultura, in un auditorium stracolmo, il Kiwanis Club Catania Est ha organizzato una interessante conferenza su “La festa di sant’Agata e la ricostruzione di Catania dopo il terremoto del 1693”, tenuta dall’ing. Salvatore Maria Calogero, noto studioso catanese, docente, libero professionista, allievo del compianto prof. Giuseppe Pagnano, insigne docente universitario e devoto di Sant’Agata.
Il motivo ispiratore della conferenza – ha dichiarato Paolino Maniscalco, presidente del club, aprendo i lavori - è quello di conoscere la festa di S. Agata per conoscere anche l’evoluzione storico urbanistica della nostra città. Proprio per questo valore storico - ha sottolineato il Presidente del Comitato Festa di S. Agata Dott. Marano - la conferenza ha avuto il riconoscimento del Comitato Festa di S. Agata che l’ha inserita nel programma ufficiale della festa, nonché il patrocinio dell’Università degli Studi di Catania e della Società di Storia Patria della Sicilia Orientale.
“Un giorno mi sono imbattuto nelle foto con il Fercolo che passa da piazza Spirito Santo e che entra nella Chiesa del Carmine - racconta nella sua introduzione il dr. Elio Garozzo, consigliere internazionale del Kiwanis, devoto di S.Agata e cultore per passione di storia cittadina -. Per me fu una scoperta che cozzava con i ricordi della festa attuale che seguo sin da piccolo. Da allora mi sono chiesto come la festa sia mutata negli secoli e quanto sia diversa rispetto a quella odierna.”
Il prof. Calogero ha risposto a questa domanda, illustrando le trasformazioni urbanistiche di Catania in funzione delle secolari e grandiose feste in onore di Sant’Agata, anche grazie alla proiezione di una larga serie di straordinarie immagini di chiarissima leggibilità storica ed urbanistica della città tardo medievale e barocca.
La ricerca ha portato nuova luce sulle vicende, alquanto sconosciute, delle trasformazioni urbanistiche dovute agli effetti degli straordinari eventi naturali, colata lavica del 1669 e terremoto del 1693, dei bombardamenti del 1943, nonché degli interventi di risanamento di quartieri e rioni cittadini, soprattutto nel novecento. Mentre lungo i secoli la conformazione urbana e viaria, veniva progettata in funzione della festa di Sant’Agata, secondo i canoni tradizionali delle “processioni” agatine, nel secolo scorso i giri del fercolo di S. Agata si sono dovuti adattare agli sconvolgimenti urbanistici.
Agli enormi causati dalla eruzione del 1669 si aggiunse, appena 24 anni dopo, il terremoto del 9 e 11 gennaio del 1693 che distrusse Catania. Fu decisa la ricostruzione della città negli stessi luoghi devastati dal sisma, anche in funzione della festa di Sant’Agata. Il giro fu ripreso il 4 febbraio 1674 sulla lava appena raffreddata nella strada di circonvallazione della Vittoria di Sant’Agata ossia attorno alle mura esterne, in prossimità del vecchio tracciato della cinta muraria in gran parte travolto dalla colata lavica di fine aprile 1669.
Il terremoto del 1693 fa scomparire il vecchio tracciato urbanistico di origine greco-romana stratificato dai secoli e determinarono - sulla base delle esigenze di protezione civile e militare stabilite dal Duca di Camastra, vicario del viceré per la ricostruzione delle città colpite dall’immane sisma nella Sicilia sud-orientale - l’avvio di un grandioso e sollecito progetto di ricostruzione, in loco per Catania, predisposto dall’ingegnere e architetto militare fiammingo don Carlos De Grunembergh.
Decisa la ricostruzione della città negli stessi luoghi devastati dall’immane sisma, i nostri avi si riappropriarono del territorio coperto di macerie non eliminate ma livellate per le nuove costruzioni ivi sorte, ex novo, in funzione della festa esterna di Sant’Agata che richiedeva spazi sicuri e sgombri per la processione cittadina e diocesana della Luminaria del 3 febbraio e per il Giro del fercolo dei reliquiari -unico fino a metà del secolo XIX- per la grandiosa festa esterna di Sant’Agata, a febbraio e poi per il festino della Traslazione delle reliquie, in agosto.
La rapida ricostruzione “vaccariniana” di Catania fu imperniata attorno ad irrinunciabili punti di riferimento devozionali agatini: la Majuri Chiesa sede del sacello delle reliquie e del fercolo, Porta Aci con il trittico del martirio (Vetere, Carcere, Fornace), Carmelo dell’Antica Osservanza con il sepolcro romano stesicoreo di “Sant’Agata in Santa Lucia” sulla strada verso Aci, Regia Cappella Aragonese Collegiata Santa Maria dell’Elemosina, giro extramoenia a ricordo del ritorno in patria delle reliquie da Costantinopoli.
Il 5 febbraio 1846, completata la pavimentazione, iniziò il giro “interno”, nel giorno fino ad allora dedicato esclusivamente ai riti liturgici in Cattedrale, per far passare il fercolo davanti ai sei monasteri di clausura femminile, cinque benedettini e uno francescano delle Clarisse Urbaniste delle Sorelle Povere di Santa Chiara.
Quindi la festa di S. Agata ha nei secoli avuto tanti piccoli e grandi cambiamenti ma la devozione a S. Agata è rimasta immutata.

Nella mattinata i Kiwanis club catanesi, Catania Centro, Catania Est e Catania Nord hanno partecipato, per la prima volta, alla processione di offerta della cera alla Santa Patrona di Catania.










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