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KC Genova Columbus - Incontro con il Prof. Alessandro Cavalli in occasione della festa degli Auguri  

Pubblicato da: Rosalba Fiduccia | KC Genova Columbus |  Letture: 1695

KC Genova Columbus - Incontro con il Prof. Alessandro Cavalli in occasione della festa degli Auguri
Conviviale veramente interessante organizzata dalla nostra Presidente Franca Durst Erede, in occasione della Festa degli Auguri, il 17 dicembre 2016, presso il ristorante Zeffirino, via XX Settembre 20 Genova che ha visto come ospite e relatore il Prof. ALESSANDRO CAVALLI, già ordinario di Sociologia all’Università di Pavia, già direttore della rivista di cultura e politica “Il Mulino”, membro dell’Accademia Europea, socio corrispondente dell’Accademia dei Lincei, ecc.
sul Tema: "La transizione alla vita adulta nell'era digitale".

Erano presenti tra gli altri :

il Dott. Roberto Armanino, Tesoriere del Club, Dentista Odontostomatologico del Progetto POI (Prevenzione Odontoiatrica Infantile ) con il Dott. Kamy Sadeghi, Chair Distrettuale POI; Luciano Giacomini, Chair 2015-2016 Distrettuale Area Nord per la Difesa dei Diritti dell’Infanzia, Presidente Fondatore del Club; il Dott. Marco Salvi, Dirigente di Ruolo Medicina Legale ASL Liguria, e i soci Lelia Quarantini, Antonella Bongiorno, Tiziana Gatto, Matteo Alignani, Giovanni Sturlese e Sig.ra Gaetana e le amiche Adriana Bizu e Sebastiana Currò.

Riportiamo una sintesi della relazione del Prof. Cavalli
"La transizione alla vita adulta nell'era digitale"

Perché la storia non può essere più magistra vitae, anche se c’è sempre da imparare dalla storia, le ultime due-tre generazioni, anche per l’allungamento della vita media, sperimentano qualcosa di nuovo nella storia del genere umano: il mondo che lasciano in eredità ai loro figli è diverso dal mondo che hanno ricevuto in eredità dai propri genitori.
Perché la storia ha avuto negli ultimi due secoli (ma in particolare nell’ultimo secolo e mezzo) una straordinaria accelerazione, che non accenna a rallentare: la rivoluzione industriale [il motore non è solo la scienza e la tecnologia].
La rivoluzione digitale avrà probabilmente effetti ancora più dirompenti:
- cambia lo coordinate spazio-temporali: il lontano può essere vicinissimo, il vicino può essere lontanissimo
- il pianeta si restringe
- l’informazione alla quale si può accedere è infinita, il problema della selezione
- la produzione di molti beni diventa a costo marginale zero
- la mobilità delle informazioni, dei capitali, dei servizi, delle merci, delle persone
- il pianeta è anche più popolato per effetto della cultura occidentale
- le migrazioni non sono più quelle di un tempo
- la produzione di merci avviene o nei paesi meno sviluppati (dove il costo del lavoro è ancora basso), oppure è completamente robotizzata
- sono pochi gli ambiti dove l’impatto delle nuove tecnologie è limitato [le professioni di cura, di educazione]
Non sappiamo in quale mondo vivranno i nostri figli
- alcuni (molti o pochi) lo temono: stiamo assistendo in tutto il mondo a una rivolta contro la globalizzazione, il populismo, i profeti di sventura (potrebbero avere ragione, ma non ci servono per affrontare la realtà)
- alcuni (molti o pochi) lo considerano pieno di promesse, sono gli entusiasti, che hanno fede nel progresso (anche loro potrebbero avere ragione, hanno buoni argomenti, ma rischiano di farsi trascinare dall’onda)
- sappiamo che la sua dinamica sfugge al controllo individuale, ma anche collettivo, perché il motore del cambiamento non è localizzabile, però entro certi limiti si possono governare i processi; la navigazione dipende dai venti, ma anche dal timoniere.
Dobbiamo quindi attrezzare (educare) i nostri figli e le nostre figlie (tutti e due) ad affrontare l’incertezza e non siamo noi stessi bene attrezzati a questo compito, trasmettiamo nozioni spesso obsolete, il nostro know how sarà probabilmente inservibile, siamo abituati a dare delle risposte mentre dovremmo essere capaci di insegnare a come porsi le domande giuste
- la scuola è inadeguata, gli insegnanti sono rimasti indietro
- non sanno usare le tecnologie dei loro studenti, il rapporto educativo è spesso invertito
- sono disorientati e confusi e rimpiangono un mondo di “certezze”
- le loro competenze professionali non sono state aggiornate, la pedagogia e la didattica dell’era digitale è cambiata.
L’Italia è rimasta più indietro di altri paesi perché doveva recuperare un ritardo originario che il realtà risaliva all’epoca della Riforma e della Controriforma, però può recuperare se non si chiude. Perché il brain drain non è necessariamente un male irrimediabile. Il problema non è di quelli che se ne vanno, ma di quelli che non arrivano.

Luciano Giacomini

Nella foto il Prof. Cavalli




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