KC Vercelli
Conferito a Carlo Piazza, ingegnere e presidente del Consorzio Univer, “Università e impresa Vercelli”,
il Premio "We Build 2013" , con la seguente motivazione : “Fare con la scienza per il territorio”.
Le biotecnologie, specialmente negli ultimi anni, si intrecciano strettamente con le produzioni industriali di qualità, come per esempio la farmacologia, con le energie sostenibili in funzione del territorio, con la formazione permanente a tutti i livelli degli specialisti. L’otto giugno scorso, in un convegno nella Sala Pella della Camera di Commercio di Vercelli Cesare Emanuel, rettore dell’Università “Amedeo Avogadro”, ha annunciato il progetto a Vercelli di un corso di laurea in biotecnologie, nonché la prosecuzione della formazione nel contesto politecnico della formazione di giovani specialisti relativamente ai materiali. Questi ultimi riguardano le nanotecnologie in grande sviluppo nelle lavorazioni manifatturiere industriali, ma anche le macrotecnologie sempre più raffinate e che richiedono una formazione tecnico-scientifica sempre più evoluta come accade in Europa, negli Stati Uniti, in alcuni paesi del Sud est asiatico.
L’università italiana “è portante” in queste prospettive di sviluppo anche contro la crisi che non deve essere semplicemente un alibi per l’inazione. Infatti, corsi e masters sulle biotecnologie e sulle energie “diverse”, rispetto a quelle da noi considerate tradizionali, si stanno moltiplicando negli atenei italiani e nelle strutture private per opera di gruppi di aziende produttive consociate, di consorzi fra istituzioni territoriali, di istituzioni pubbliche come le regioni. Questa vivacità, non sempre e non ancora illustrata compiutamente al grande pubblico, proprio quest’anno deve essere vista nel contesto dell’ “European Biotech Week” voluto dall’Unione Europea, cosciente che in ogni campo lo sviluppo socio-economico dipende dai continui processi di applicazioni scientifiche. In Italia la settimana delle biotecnologie e delle sue applicazioni nei più diversi campi raggiungerà il culmine dal 30 settembre al 5 ottobre sia negli ambiti torinese e milanese, preceduto da una serie di manifestazioni promosse da istituzioni scientifiche del nostro Paese. Le iniziative intendono anche ricordate quando accadde 60 anni fa, il 25 aprile 1953. James Watson e Francis Crick sulla rivista “Nature” pubblicarono la prima descrizione della struttura a doppia elica, ormai universalmente conosciuta come DNA. Nel 1962, poi, sulla base della scoperta di Watson e Crick a Maurice Wilson valse il premio Nobel per la Medicina. Da allora i successi scientifici e le applicazioni produttive nelle biotecnologie procedettero sempre più speditamente fino ad arrivare agli OGM che continuano ad essere guardati con sospetto dall’opinione pubblica. Del resto, anche Galileo Galilei secoli prima rischiò molto per le sue scoperte astronomiche.
A Vercelli, nell’aula delle conferenze del Rettorato dell’Università “Amedeo Avogadro” venerdì prossimo 21 giugno si parlerà in dettaglio di biotecnologie, di ricerca e di formazione permanente. La prolusione per questa specifica manifestazione sarà tenuta dal professor Menico Rizzi, delegato per la ricerca del rettore Cesare Emanuel che anch’egli interverrà. Il professor Rizzi parlerà su “Creatività e innovazione: il contributo della formazione e della ricerca accademica”. Lo spunto è offerto dal conferimento del premio “We Build 2013” (Noi costruiamo) del Kiwanis International, a Vercelli presieduto da Antonio Catania, conferito a Carlo Piazza, ingegnere e presidente del Consorzio Univer, “Univesità e impresa Vercelli”. In sintesi la motivazione del “We Build” è questa: “Fare con la scienza per il territorio”. Univer, che ha sede nel palazzo della Camera di Commercio di Vercelli, fu costituito una ventina di anni fa per iniziativa degli enti locali e le associazioni professionali, come per esempio Confindustria di Vercelli/Borgosesia. Il Consorzio opera in collaborazione con i politecnici di Torino e di Milano nonché con l’università torinese e la”Amedeo Avogadro”. La sua mission fin dalla costituzione è così articolata: creazione di nuove imprese che, appunto, hanno come obbiettivo le biotecnologie e le energie sostenibili; la formazione di giovani specialisti; il trasferimento tecnologico svolgendo un ruolo di collegamento costante fra università e imprese. Ultimamente Univer gestisce anche “EnerRmhy” come polo di innovazione per le energie rinnovabili, e nella sua sede ha preso corpo il “Club del gas”.Questo “metano naturale” di cui si cura il club è una conseguenza di biotecnologie in impianti di piccole dimensioni che anche tengano conto dell’irrinunciabile equilibrio ambientale.
Ma ritornando più in generale alle biotecnologie, nel 1919 chiamate così per la prima volta dal’agronomo ungherese Karl Erechy, ricordiamo che i dati evidenziano come lo specifico comparto, articolato in almeno in una decina di settori, avrà sempre più una importanza scientifica ed economica. Recentemente L’Aquila è stata definita la “capitale delle biotecnologie”. Nel comparto aquilano operano 1.300 addetti senza problemi di esuberi, con produzioni che superano il miliardo di euro, con il 32% sul totale manifatturiero e il 48% sul totale hitech. Ancora più promettenti, nonostante la crisi in atto, le statistiche richiamate da Massimo Scaccabarozzi presidente di Federindustria: nelle biotecnologie operano 175 imprese con investimenti di 1.410 milioni di euro che garantisco il lavoro a 4.864 addetti, per lo più applicati in ricerca e sviluppo. Il 75% della produzione riguarda l’industria farmaceutica con presenze importanti anche nel vercellese.
Enrico Villa
del 24/06/2013
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