KC Lentini
Festa degli Auguri di Natale
Hotel Baia Verde - 15 dicembre 2102
Discorso del Presidente
Buona sera e Benvenuti. In qualità di Presidente del Kiwanis Club di Lentini, ringrazio tutti i presenti per la partecipazione alla Conviviale degli Auguri di Natale e XXXIV Charter del Kiwanis Club di Lentini.
Rivolgo quindi a tutti voi presenti gentili Signore e Signori, il mio più cordiale saluto.
Un saluto particolare al nostro LGT Governatore Sicilia Sud-Est Dott. Francesco Valenti, che ci onora della sua presenza.
E agli altri past luogotenenti governatori qui presenti: Alfio Di Pietro, Ciro Messina, Gaetano Strano, Rosalba Fiduccia nonché adviser distrettuale.
Un saluto particolare va ai Soci del Kiwanis Club Lentini, del Kiwanis Junior Club di Lentini, e degli altri Club Service (Rotary, Lions, Fidapa e ArcheoClub), che ci onorano della loro presenza.
Un saluto alla massima autorità del Comune di Lentini, Sig. Sindaco Alfio Mangiameli che ci onora della sua presenza.
Vi porto anche i saluti del nostro Governatore del Distretto Italia – San Marino Roberto Garzulli non qui presente per motivi personali di forza maggiore. Ma mi ha assicurato che ci è molto vicino, ci segue tantissimo e spera di poter essere con noi in un’altra occasione.
Ma prima di iniziare il mio breve discorso per augurare a tutti Voi i miei più sentiti Auguri del Santo Natale e celebrare la nostra XXXIV Charter, mi corre l’obbligo considerato il fatto che il Kiwanis è fortemente impegnato al Serving The Children of the World, ricordare 20 bambini tra i 5 e i 10 anni della scuola elementare Sandy Hook a Newtown, nel Connecticut in America coinvolti oggi in una orrenda strage.
«Una tragedia insensata, un evento scioccante». Sono le parole del Papa che ha voluto condannare un così terribile crimine.
E appunto per esprimere il nostro cordoglio alle famiglie delle vittime, ed esprimere il nostro senso civico di solidarietà, Vi prego di alzarvi per fare 1 minuto di raccoglimento e di silenzio in onore di questi bambini.
È veramente difficile continuare ma il dovere di presidente me lo impone.
Oggi in occasione della Conviviale degli Auguri di Natale celebriamo la XXXIV Charter del nostro Club.
Il Kiwanis Club di Lentini fondato il 26 novembre del 1979 dall’avvocato Salvatore Neri, si è sempre contraddistinto negli anni per interventi umanitari, culturali e di servizio.
Ha affrontato problematiche dell’infanzia disagiata, e man mano si è imposta portando avanti Service sia territoriali, sia internazionali.
Basta ricordare ABANCAY e il progetto ELIMINATE che ci vede occupati a livello mondiale assieme all’UNICEF per sconfiggere il tetano neonatale e materno, e per ultimo il Service con l’AMU sostenuta dal Movimento dei Focolari, finalizzato a realizzare un centro socio-educativo a Cochabamba in Bolivia, che si occuperà della salute e cura delle malattie dell’infanzia.
Per il Santo Natale, saranno i relatori Maria Grazia Spatola e Lina Morcos del Movimento dei Focolari o Opera di Maria, che ci intratterranno per fornirci delle riflessioni. Fanno parte di movimento laico nato nella Chiesa cattolica che ha come fine la realizzazione dell'unità tra le persone. Loro seguono una precisa vocazione ecumenica oltre che il dialogo in altri settori della cultura.
Per cui mi limito ad augurare a tutti Voi un Santo Natale e un felice anno 2013 che possa vedere sempre nuove iniziative del nostro Club a favore della Società e dei Bambini, grazie all'impegno ed alla volontà di persone che, come voi, hanno deciso di dedicare parte del proprio tempo e delle proprie risorse in favore degli altri.
Grazie a tutti Voi per essere parte di un nucleo di energia che si alimenta ogni qualvolta realizziamo qualche iniziativa per contribuire a migliorare la società in cui viviamo.
Grazie a tutti i presenti per la cortese attenzione prestata.
Sabato 15 dicembre 2012
Giuseppe Valenti
Presidente anno sociale 2012-2013
Relazione della focolarina Maria Grazia Spatola
Il Natale con il Kiwanis club di Lentini
La Natività ci riporta nella mente e nel cuore la questione fondamentale della vita umana: il rapporto tra il finito e l’infinito, tema dominante di ogni esistenza, la ragione profonda di ogni ricerca spirituale e artistica, l’orizzonte nel quale collocare la nostra fuggevole esistenza. L’incarnazione di Dio nel Bambino di Betlemme è il mistero più grande: I’Infinito si fa finito, Il massimo e il minimo si incontrano nella figura di Gesù, il deus absconditus si dà una forma umana, transitoria e fragile, mortale. Da questo momento ogni elemento del mondo può accogliere una verità superiore, ogni miseria può illuminarsi di luce eterna, quella luce che immette nell’umanità il seme della fraternità universale che ha cambiato la mentalità degli uomini e arricchito la cultura della consapevolezza che tutti gli esseri umani sono fratelli perché partecipano della stessa speranza, della bellezza e dell’amore che quella mangiatoia scaldata dal bue e dall’asino irradia.
La Natività è in fondo la figura emblematica della bella sorpresa. Essa celebra l’attesa della felicità provocata dall’ unico evento capace di trasformare le cose: l’arrivo inaspettato di qualcuno che ci trascende e spiega chiaramente quale mistero si cela all’interno della nascita: il carattere gratuito della donazione. Nascere è qualcosa di originario e imprevedibile che si ripete continuamente nello sviluppo del nostro presente verso il nostro domani e che ha il suo senso ultimo nella donazione di una nuova vita.
Il testo teatrale “Bariona o il figlio del tuono. Racconto di Natale per cristiani e non credenti“, che Sartre, padre dell’esistenzialismo, compone in occasione del Natale 1940 durante la sua permanenza in un campo di prigionia tedesco, dove l’esperienza della solidarietà tra prigionieri lo toglierà dalla sua solitudine, dal disprezzo del mondo, spiega il mistero cristiano, quel nuovo inizio che rende possibile la speranza. Inizio legato alla nascita di un bambino. Afferma Bariona: «Un Dio-Uomo, un Dio fatto della nostra umile carne, un Dio che accetterebbe di conoscere quel gusto di sale che c’è in fondo alle nostre bocche quando il mondo intero ci abbandona, un Dio che accetterebbe in anticipo di soffrire ciò che soffro oggi […]Andiamo, è una follia». Questa follia si tramuta in «stupore ansioso» nello sguardo tenero e trepidante di Maria. «Lo guarda e pensa: “Questo Dio è mio figlio. Questa carne divina è la mia carne. È fatta di me, ha i miei occhi e questa forma della sua bocca è la forma della mia. Mi rassomiglia. È Dio e mi assomiglia”. E nessuna donna ha avuto dalla sorte il suo Dio per lei sola. Un Dio piccolo che si può prendere nelle braccia e coprire di baci, un Dio caldo che sorride e respira, un Dio che si può toccare e che vive…” .
La storia ha un sussulto e si divide in prima e dopo Cristo: prima la temporalità esprime la semplice regolarità del ciclo, dove non c’è futuro , non c’è nulla da attendere se non la semplice ripresa del passato che il presente ribadisce; dopo si fa strada il fine ultimo dell’uomo dove si realizza ciò che è stato annunciato e spiega il senso della vita e della storia.
Davanti allo spettacolo del Presepe nessuno crede veramente di avere a che fare con una ricorrenza, ma sente di essere trasportato nell’aspetto più intimo della vita personale.
Grandi e piccoli davanti al presepe vengono fermati per un momento dallo scorrere dell’immanenza e i grandi, totalmente immersi nelle loro attività, come i pastori, sono distolti dalla novità che non li lascia indifferenti , ma li coinvolge e li trascina fino a scoprire il senso ultimo della loro esistenza. Come per i Re Magi anche per gli adulti, per noi tutti la certezza della persona attesa guida il nostro cammino e ci apre all’accoglienza dell’Altro e dei fratelli ( degli altri) come altri noi, l’altro come altro me”, facendo emergere la forza della gratuità e generosità.
Mi piace ricordare B. Croce nel suo breve saggio scritto nel 1942, Perché non possiamo non dirci "cristiani" nel quale l'autore sostiene che il Cristianesimo ha compiuto una rivoluzione nel centro dell’uomo , dell'anima, nella coscienza morale, conferendo una nuova qualità spirituale, che fino allora era mancata all'umanità che per merito di quella rivoluzione non può non dirsi "cristiana".
«Gli uomini, gli eroi, i geni» che vissero prima dell'avvento del Cristianesimo «compirono azioni stupende, opere bellissime, e ci trasmisero un ricchissimo tesoro di forme, di pensiero, di esperienze» ma in tutti essi mancava quel valore che oggi è presente in tutti noi e che solo il Cristianesimo ha dato all'uomo: l’amore , amore verso tutti gli uomini ,senza distinzione di gente e di classe, di liberi e di schiavi…”.
In questo contesto il Canto di Natale (A Christmas Carol), noto anche come Cantico di Natale o Ballata di Natale, ( un romanzo breve di genere fantastico del 1843 di Charles Dickens (1812-1870) è uno degli esempi di critica di Dickens della società ed è anche una delle più famose e commoventi storie sul Natale nel mondo. Il Canto unisce al gusto del racconto gotico l'impegno nella lotta alla povertà e allo sfruttamento minorile, attaccando l'analfabetismo: problemi esasperati apparentemente proprio dalla Poverty Law (Legge contro la povertà), comodo tappabuchi tanto inefficace quanto dannoso ideato dalle classi abbienti.
E’ proprio questa opera che mi fa interrogare: oggi il grande mistero del Natale coinvolge l’umanità in questa straordinaria rivoluzione dell’amore, della gratuità e del dono? Gli uomini siamo ancora in grado di stupirci di fronte a tanta grandezza del mistero della vita che ci fa essere tutti fratelli?
Mi viene incontro la vita, il pensiero e l’opera di un’altra illustre personalità italiana del nostro secolo Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei focolari (1920-2008). Leggo alcuni stralci di una sua riflessione:
“ Hai mai provato una sete di infinito?Hai mai sentito nel tuo cuore il desiderio struggente d’abbracciare l’immenso?
O forse: hai mai avvertito nel tuo intimo l’insoddisfazione per quello che fai , per quello che sei?
Se così è sarai felice di trovare una formula che ti dia la pienezza che agogni: qualcosa che non lasci rimpianti di giorni che se ne vanno semivuoti… C’è una parola nel Vangelo…
Sentila. “ Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro…(Mt 7,12)” . Questa frase è chiamata regola d’oro. L’ha portata Cristo, ma era conosciuta universalmente. L’Antico Testamento la possedeva. Era nota a Seneca e nell’Oriente la ripeteva il cinese Confucio. E poi ancora altri. E questo dice quanto stia a cuore a Dio. Ogni prossimo che incontriamo nella giornata ,amiamolo così. Lui ha fame?Ho fame io –pensiamo. E diamogli da mangiare. Subisce ingiustizia. Sono io che la subisco.
E’ nel buio e nel dubbio?Lo sono io e diamogli parole di conforto…E così con tutti senza discriminazione alcuna fra simpatico e antipatico,fra giovane e anziano, fra amico e nemico, fra compatriota e straniero…
Forse queste mie parole sembrano semplici, ma quale mutamento richiedono!Quanto sono lontane dal nostro usuale modo di pensare e di agire. Ma coraggio, proviamo! Una giornata così spesa vale una vita e vedremo lentamente cambiare il mondo attorno a noi e capiremo che il( Natale), il Vangelo accende la luce nel mondo, da sapore alla nostra esistenza...e rinascerà la speranza.”
Sono parole che hanno aperto nell’oggi dell’umanità squarci di fraternità, dialogo e di novità in tutti gli ambiti della vita sociale, muovendo il cuore e le azioni di adulti, giovani e ragazzi verso la realizzazione della pace e dell’unità della famiglia umana.
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Gli auguri del Presidente
È Natale! Il Verbo si è fatto uomo ed ha acceso l’amore sulla terra. È Natale! E vorremmo che questo giorno non tramontasse mai. Insegnaci, Signore, come perpetuare la tua presenza tra gli uomini. È Natale! Che il Tuo amore acceso sulla terra bruci i nostri cuori e ci amiamo come tu vuoi! Allora sarai tra noi. E ogni giorno, se ci amiamo, può essere Natale. |
Auguri di un Santo Natale e Buon Anno
a tutti voi e alle vostre famiglie.
Giuseppe Valenti
Presidente Kiwanis Club di Lentini
del 26/12/2012
ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE FONDATA NEL 1915 A SERVIZIO DELLA COMUNITÀ E DEI BAMBINI
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