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KC Novara

Incontro del 13 maggio 2013 - La tecnologia, l’impresa, il lavoro.

Come la tecnologia – che ha nell’impresa una sede d’elezione – ha impattato e impatta su una delle attività fondamentali dell’uomo – il lavoro – è stato il filo conduttore dell’intervento della prof.sa Anna Menozzi, settima “tappa” della carrellata … alla scoperta del mondo di domani, ossia del contesto nel quale saranno chiamati a vivere gli adolescenti di oggi.

L’ottica in cui si è posta la prof.ssa Menozzi (ricercatrice della Facoltà di Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università del Piemonte Orientale “A. Avogadro”) è stata quella di considerare come le nuove tecnologie e la globalizzazione finiscano per influenzare in maniera determinate le opportunità di lavoro disponibili per gli individui di ogni livello e grado d’istruzione.

Da sempre, le innovazioni tecnologiche hanno determinato una contrazione dei lavori di routine,
specie nei settori di produzione di beni esportabili (tradable) delle economie avanzate dove si sono riscontrati tassi di contrazione di occupazione per i livelli di istruzione e reddito bassi, e dove i lavori di routine sono stati rimpiazzati da lavori non di routine, non sostituibili da procedure meccanizzate o computerizzate.

Negli altri settori (non tradable) – che peraltro rappresentano i 2/3 della produzione delle economie avanzate – i deficit occupazionali sono stati procrastinati grazie alla crescita delle domande interne, a loro volta sostenute da aumenti di debito pubblico, e dove la domanda di lavoro è sì minacciata dalla tecnologia, ma è protetta dalla concorrenza su scala globale.

Parallelamente, è aumentato in misura esponenziale il tasso di rendimento dell’educazione e dei lavori altamente specializzati, così come il reddito dei detentori di capitale e dei lavoratori di alto profilo.

In realtà, le nuove tecnologie giocano una duplice ruolo, nel senso che le macchine stanno sostituendo i lavori manuali di routine e le reti stanno prendendo il posto degli impiegati nei processi informatici: un ruolo è pura automazione, l’altro è disintermediazione, ad esempio eliminazione di intermediari bancari e commercio online.

Quanto alla globalizzazione, si determina che le attività produttive si collocano laddove le risorse umane e gli altri fattori produttivi rendono le attività più competitive.

Inoltre le reti che si instaurano, riducono i costi di transazione, coordinamento, comunicazione, coinvolgendo non solo semilavorati e intermedi della catena produttiva, ma anche una quantità crescente di servizi: ricerca, sviluppo, design, manutenzione, trasporto e servizi al cliente.

Il risultato è la “atomizzazione” della catena produttiva e di distribuzione (supply chain) globale ossia la decomposizione delle rete e dei servizi ad essa collegati in catene più facilmente gestibili, più efficienti, ma localizzabili ovunque.

La tesi conclusiva della prof.ssa Menozzi è che la chiave per assecondare positivamente questi cambiamenti è rappresentata dagli investimenti in materia di istruzione e di specializzazione del lavoro, laddove le persone – a partire dagli adolescenti di oggi – sono chiamate a giocare un ruolo di valore primario, in termini di disponibilità, impegno e sforzi.
 


del 27/05/2013

ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE FONDATA NEL 1915 A SERVIZIO DELLA COMUNITÀ E DEI BAMBINI

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