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KC Novara

Incontro del 27 maggio 2013 – Il sistema educativo: cultura e informazione.

Qual è il ruolo del sistema educativo, qual è il legame tra capitale umano e benessere della collettività. In altre parole: che cosa offre oggi il sistema educativo, quali sono le sue possibilità,  i suoi problemi e quali sono le sue evoluzioni auspicabili per garantire un benessere accettabile ai giovani di domani.

Questo l’oggetto dell’ottavo incontro del ciclo annuale organizzato con la collaborazione della Facoltà di Economia dell’Università del Piemonte Orientale A. Avogadro. Un ciclo di incontri finalizzato non a “insegnare”, ma a comprendere, trarre spunti, favorire confronti e riflessioni.

Relatore dell’incontro la prof.ssa Eliana Baici,  direttrice del Dipartimento di Studi per l’Economia e l’impresa dell’Università novarese, che peraltro ha avuto il merito di collaborare all’impostazione del ciclo e a garantire il reclutamento dei relatori, tutti docenti universitari.

Le argomentazioni della prof.ssa Baici sono partite dalla considerazione che fino a ieri si riteneva che la misura del benessere di una collettività fosse il Pil (prodotto interno lordo), in sostanza la sua ricchezza materiale.

Oggi, invece, si ritiene che contino anche altri e nuovi parametri. Ad esempio, le collettività più ricche hanno migliori livelli di salute, ma anche climi di serenità sociale e gradi di appagamento individuale (felicità?) più diffusi.

Così, mentre il reddito pro capite continua ad essere un buon indicatore, si è affermata la convinzione che sia il capitale umano a costituire il fattore fondamentale di benessere, su cui incide in misura rilevante il sistema educativo.

Ma come si genera capitale umano? Sicuramente grazie a un’organizzazione scolastica efficace, ma in primo luogo in base alle scelte di istruzione degli individui, condizionate sì dalle qualità personali, ma in prevalenza – e qui si riscontrano difficoltà e vincoli - dalla famiglia, dalle disponibilità economiche: in sostanza, dal contesto ambientale di vita.

Nella generazione di capitale umano – è la tesi della prof.ssa Baici – sussiste un fondamentale interesse collettivo che rende conveniente l’investirvi. Avere cittadini ad alto grado d’istruzione è vantaggioso per l’amministratore pubblico: ne va di un più diffuso e proficuo accesso alle tecnologie avanzate, ma anche – ad esempio – di un più consapevole contrasto al fenomeno della droga, persino all’obesità, con i suoi costi sanitari elevati, maggiormente connessi a situazioni di livelli di istruzione più bassi.

L’interesse della collettività a investire in capitale umano si scontra oggi con le difficoltà a elevare livelli di istruzione drammaticamente bassi, che imporrebbero di migliorare l’orientamento educativo fin dalla fine del ciclo di scuola primaria, favorendo la scelta di percorsi scolastici successivi più confacenti alle attitudini individuali, e di contrastare la dispersione, oggi molto  elevata, nella scuola secondaria.

Ma anche di abbassare i numeri della partecipazione universitaria, per migliorarne la qualità e l’accesso a percorsi di specializzazione, nel tentativo di adeguarsi il più possibile alle necessità e alle opportunità del mondo globalizzato di oggi. 

Non sono ovviamente “ricette” le argomentazioni proposte dalla prof.ssa Baici, ma solo il richiamo a quanto tutti possano fornire un contributo, almeno in termini di riflessione condivisa, al raggiungimento del benessere futuro migliore. Con ciò, dando una mano concreta agli adolescenti di oggi.

 


del 12/06/2013

ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE FONDATA NEL 1915 A SERVIZIO DELLA COMUNITÀ E DEI BAMBINI

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