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KC Vercelli

Giuseppe Saglia è uno psichiatra e psicoanalista, dirigente della struttura complessa di psichiatria dell’Asl di Vercelli. Ma è anche un appassionato di montagna e di alpinismo, nonché amante dell’arte nelle sue diverse esplicazioni. Giovedì 24 ottobre ha aperto l’annata sociale del Kiwanis Club di Vercelli, dal 18 ottobre presieduto dall’oncologo Domenico Manachino. E, apparentemente, nella sua conferenza ha parlato della passione che dovrebbe alleggerire i fardelli che gravano su ciascuno di noi nella professione che ci siamo scelti per trarre il sostentamento cui siamo obbligati per vivere. Tuttavia, anche prendendo spunto da quanto incontriamo percorrendo la strada dell’esistenza, ha evocato quello di cui, in realtà, non sempre ci rendiamo conto: tendiamo all’infinito, anche matematico, non smettendo mai di andare oltre; poi ci perdiamo, disorientandoci, magari cadendo in depressione, alla fine riprendendoci perché così ci sostiene la passione nella quale crediamo. E anche questo accade allorché compiamo una impresa alpinistica perché la montagna è una metafora della vita.

Questo modo di essere e di vedere il mondo di Giuseppe Saglia è alla base dei suoi libri sulla devozione popolare in montagna, sulle popolazioni alpine in particolare della valle d’Ayas, sulle attraversate alpine a sud del Monte Rosa, su alpinismo e psicologia, sull’arte come terapia. E’ da dieci anni che queste concezioni permeano i volumi, alcuni ormai introvabili, dello psichiatra Saglia. E l’ultimo “Arte come terapia” è uscito nel 2010. Gli è stato fatto osservare: nel suo lavoro di scrittore è come se camminasse su un sentiero impervio, fiancheggiato da due burroni rappresentati dall’analisi nel caso specifico di Adler e Freud nonché dalla passione per quanto non sia strettamente professionale. Ha semplicemente risposto che è proprio così.

La conferenza del dottor Giuseppe Saglio al Kiwanis Club di Vercelli ha, in effetti, anche dato avvio ad un programma ambizioso presentato durante la serata del suo insediamento dal dottor Manachino. Esso, anche parlando delle passioni, nei prossimi mesi tratterà con interventi e indirizzi dell’autismo e della sindrome ADHD (Attention-deficit/Hiperactivity Disorder ) che affliggono un numero crescente di bambini e di adolescenti. Fino a pochi anni fa l’autismo, che colpisce i bimbi fra uno e tre anni talvolta trascinandosi fino all’età adulto e la sindrome ADHD non erano neppure considerate patologie. E a scuola non erano reputati handycap. Poi la ricerca psichiatrica e psicologica ha inquadrato diversamente le malattie, ancora del tutto non conosciute e con un numero di manifestazioni evidenti ma non del tutto inquadrabili da un punto di vista scientifico e terapeutico. Osserva Domenico Manachino, oncologo che opera in un campo medico diverso da quello dell’autismo e della sindrome ADHD: “A Vercelli, anche noi del Kiwanis che abbiamo il fine di occuparci soprattutto dei bambini e del loro benessere, intendiamo dare il nostro contributo”. E’ bene ricordare che l’autismo è alla radice di numerosi scompensi nella crescita, e che dalla metà degli anni duemila specialmente negli Stati Uniti l’ADHD si cura con il ricorso ai psicofarmaci, dal 2008 anche ammessi dal Ministero della Salute italiano. Ma una delle repliche anche mediche e psicologiche è così riassumibile: esistono terapie naturali che permettono di evitare gli psicofarmaci pediatrici in bambini e in adolescenti troppo vivaci e con capacità di concentrazione ridotta.

 

en.vi

 


del 25/10/2013

ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE FONDATA NEL 1915 A SERVIZIO DELLA COMUNITÀ E DEI BAMBINI

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