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KC Novara Monterosa

Il Kiwanis Club Novara Monterosa ha inaugurato la nuova sede presso l’Hotel La Bussola di Novara con un ospite prestigioso, il Prof. Roberto Navone, che ha tenuto una conferenza su un tema di grande e dibattuta attualità “Parlare di bioetica oggi: luci e ombre”.

Il Prof. Navone, torinese di origine, ha prestato servizio per lungo tempo a Novara presso l’Ospedale Maggiore della Carità con l’incarico di Assistente dell’Istituto di Anatomia Patologica; è poi passato nel 1997 al Dipartimento delle Scienze Biomediche dell’Università di Torino.

Autore di numerose pubblicazioni scientifiche, collabora attualmente con l’Università di Torino per la didattica di master e corsi di aggiornamento.

Ha esordito ricordando il medico inglese Potter, che per primo, nel 1971, coniò il termine bioetica, partendo dalla considerazione che le scienze biomediche e mediche si erano talmente sviluppate che potevano rappresentare una minaccia per la stessa civiltà, per cui occorreva una nuova etica di vita.

Peraltro, già si erano manifestate al riguardo alcune posizioni, che avevano fatto emergere un’etica normativa e la necessità di una valutazione dell’etica della scienza.

Potter diede alla sua pubblicazione il sottotitolo di “Un ponte verso il futuro” per sottolineare di procedere ad una rigenerazione morale.

Altri studiosi sostennero di sottrarre la medicina alla sfera delle idee e dei sentimenti, avvicinandola al malato, in modo che la bioetica stabilisse un rapporto tra medico e paziente, che a sua volta doveva sentirsi svincolato dalla subordinazione paternalistica del medico e decidere da solo, e lui solo, della propria salute.

Su queste considerazioni fu elaborato il principio del diritto del malato, che poneva come presupposto il consenso informato, cioè l’obbligo del medico di mettere al corrente il paziente del suo stato di salute. In talune nazioni furono predisposti appositi strumenti, giuridicamente vincolanti, che resero il principio effettivo. Se fosse accaduto, ad esempio, che il malato fosse stato impedito di manifestare il proprio consenso all’uso di certe terapie, avrebbe potuto dettare, in libertà e con coscienza, le proprie decisioni a futura memoria in ordine agli interventi terapeutici da adottare attraverso lo strumento del testamento biologico. Addirittura poteva nominare un delegato affinché decidesse per lui.

La materia comunque è in continua evoluzione, perché è complessa e coinvolge molte problematiche di carattere personale e familiare e dilemmi morali per cui occorre disciplinarla con norme precise e cogenti.

La posizione del malato al centro degli interventi medici ha posto la medicina sotto il controllo dell’etica, dalla quale si era sottratta in virtù della professionalità del medico, l’unico arbitro abilitato a decidere, senza informare il paziente.

Nella discussione si manifestarono tendenze diverse, come l’etica della sacralità della vita contrapposta alla qualità della vita. Dalla dicotomia scaturì un dibattito bioetico che finì per mettere su opposte posizioni la tendenza cattolica e quella laica, fondata sulla libertà dell’individuo, free will, molto vicina alla concezione tradizionale della medicina, che attraverso una serie di procedure terapeutiche valuta quando tenere in vita il soggetto senza garanzia della guarigione.

Molte di queste situazioni creano condizioni di tormento di natura fisica e psicologica, che vanno ad aggiungersi alle sofferenze dell’ammalato e dei familiari, i quali spesso chiedono al medico di interrompere il trattamento con tutte le conseguenze del caso.

Le questioni sorte furono portate a conoscenza della magistratura, la quale, come si verificò nel mondo anglosassone, emise numerose sentenze, con cui autorizzò l’interruzione delle terapie a malati terminale, destinati a morire.

Fu consequenziale la reazione delle autorità religiose, in modo particolare di quelle cattoliche, che considerano la vita un dono di Dio. La medicina di estrazione laica di fronte a posizioni di così netto contrasto si schierò a favore dell’eutanasia e del diritto del malato alla qualità della propria vita, chiedendo nello stesso tempo di disciplinare con norme la libertà della scelta.

Nei paesi cattolici sono stati mitigati gli atteggiamenti più radicali ed è stato consentito di rinunciare all’accanimento terapeutico, tenuto distinto in ogni caso dall’eutanasia, che non è mai ammessa. Se le terapie in atto non portano alla guarigione, ma prolungano solo la vita in modo penoso, non c’è colpa, è stato affermato, ed è legittimo sospendere le cure che rappresentano soltanto la rinuncia all’accanimento. Il Catechismo della chiesa cattolica stabilisce che l’interruzione di procedure mediche straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. Il passaggio successivo è il concetto di morte, la quale, secondo quanto sostenuto in questi ultimi anni in modo diverso da come si credeva in precedenza, si verifica non solo quando il cuore cessa di battere, ma anche quando viene a mancare del tutto l’attività cerebrale. A tal riguardo le tesi religiose tengono a sottolineare che non è cambiata la concezione della morte, ma solo il metodo del suo accertamento.

Tuttavia, questo mutamento rappresenta una rivoluzione copernicana, perché è considerato morto il soggetto il cui cervello non risponde alla elettroencefalografia, anche a cuore ancora battente. Anzi può avvenire che il cuore venga mantenuto in funzione per consentire il prelievo degli organi.

Avviandosi alla conclusione, il Prof. Navone ha affermato che la bioetica, nata come progetto di una nuova morale, ha dato luogo a sfide importanti nell’etica ed ha favorito addirittura la rinascita degli studi di morale. Non ha sottaciuto i rischi che la bioetica comporta, come si è constatato da interventi genetici operati sugli animali o sugli uomini.

In breve, bisogna comprendere i limiti d’intervento nella particolare materia, tenendo conto dei diritti delle future generazioni. Le novità, è parso di capire, popoleranno il mondo dell’etica con tutte le problematiche che suscitano.

Al termine ha soddisfatto le numerose domande rivoltegli dagli ascoltatori, spinti da curiosità e da interesse. (a. l.)

 


del 24/11/2013

ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE FONDATA NEL 1915 A SERVIZIO DELLA COMUNITÀ E DEI BAMBINI

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