Archivio siti   |  

Siti Club Kiwanis   |  

Contatti   |  

Link
Scrivi al webmaster   Aggiungi questo sito a Preferiti

Connettiti con noi


facebook twitter youtebe google+ Abbonati ai nostri Feed RSS


indietro

KC Lentini

Giorno 13 aprile 2014, domenica delle palme, i soci del kiwanis di Lentini con a capo il Presidente Nello Galatà , ha realizzato un meraviglioso viaggio verso le terre di Demetra affascinati dal mito che così narra:

Persefone raccoglieva fiori, nella pianura sotto il monte Nysa, quando improvvisamente venne rapita da Ade. Demetra, la madre, cercò la figlia per nove giorni, girando per tutto il mondo conosciuto. Esausta, alla fine, si fermò ad Eleusi, presso il pozzo di Callicoro, per riposare lì prese le sembianze di una vecchia. Vedendola affranta, la figlia del re Celeo, danzò per distrarla, e la portò alla reggia del padre, dove fu accolta con grande benevolenza. In cambio la dea donò a Trittolemo, primogenito del re, un chicco di grano che nessun altro mortale aveva mai visto, e gli rivelò il modo per farlo fruttare, gettando le basi per lo sviluppo dell'agricoltura. Elios, rivale di Ade, rivelò alla dea che la figlia era stata rapita da quest’ultimo e che Zeus aveva deciso di dargliela in sposa. La dea irata, fece appassire ogni pianta e provocò una terribile siccità, minacciando ogni forma di vita. Zeus tentò convincere la dea a riprendere il suo posto, ma lei rispose che non l'avrebbe fatto fino a quando Kore fosse stata costretta a vivere nel mondo sotterraneo. Messo alle strette, Zeus chiese ad Ade di restituire la giovane, Ade acconsentì, ma indusse la fanciulla a mangiare un chicco di melograno, cibo dei morti, di conseguenza, Persefone, avrebbe dovuto trascorrere, almeno una parte dell’anno, nel mondo sotterraneo, proprio come il seme, che vive nel sottosuolo, per germogliare, poi, alla luce del sole e portare frutti. Kore venne quindi restituita alla madre, con la condizione che un terzo dell'anno avrebbe dovuto trascorrerlo con Ade nel regno dei morti. Il ritorno di Kore sulla terra pose fine alla siccità, il grano tornò a germogliare.

Curiosità, brama di cultura e volontà di realizzare un sano dialogo fra fede e mitologia hanno articolato il viaggio nel modo seguente:

Prima tappa: Aidone per assistere alla Processione delle Palme,

Mossi dal desiderio di illuminare tutta la realtà a partire dall’amore di Dio manifestato in Gesù, il primo desiderio è stato quello della cura dello spirito.

La Settimana Santa in Aidone si apre, infatti , con la festa delle Palme. Una processione di confraternite, si snoda di mattina per le vie del paese, ed è caratterizzata dalla presenza dei Santoni, i simulacri dei dodici Apostoli, con grandi teste di cartapesta, che raggiungono quasi i 3 metri di altezza. Le "gabbie", dentro cui si introducono i portatori (santar' ), sono rivestite con tuniche dai colori vivaci; ciascun Santo è identificato da uno o più oggetti simbolo; gli Apostoli sono raffigurati sul modello delle statue che coronano la facciata della Basilica di San Pietro a Roma. La processione percorre tutte le vie principali del paese e si conclude davanti alla porta chiusa della chiesa Madre di San Lorenzo, dove si celebra un rito molto antico e suggestivo.

Seconda tappa: La Venere di Morgantina presso il museo di Aidone. La storia della dea che costituisce uno dei migliori esempi di statuaria greca di età classica è ancora avvolta nel mistero, così come la fase della sua esportazione in Svizzera, dove apparve dal nulla nel 1986,nelle mani di un “collezionista”, Renzo Canavesi. Il rientro della statua in Italia è stato un evento epocale.

La statua è un’icona dei furti archeologici di tutti i tempi e, nel contempo, della vittoria della scienza e del diritto di ogni popolo al rispetto delle testimonianze della propria cultura. La sua

restituzione al sito di Morgantina, che segue quella degli acroliti arcaici(2009) e del tesoro di argenteria ellenistico(2010) è l’esito di molteplici fattori, sulla base dei quali il nostro Paese ha potuto fondarne la rivendicazione

Terza tappa: Il Parco Minerario Floristella Grottacalda e palazzo Pennisi.


Grazie alla collaborazione del dott. Giuseppe Maria Amato presidente della Società Consortile Rocca di Cerere GAL, Assessore della Provincia Regionale di Enna, Coordinatore Scientifico del Distretto di Rocca Cerere Geopark e Coordinatrice CIPAAT Enna è stato possibile effettuare un altro interessante viaggio nel Parco minerario Floristella Grottacaslda.

Il Parco Minerario Floristella Grottacalda si estende su una vasta area situata sulla confluenza delle superstrade che collegano Enna, Valguarnera, Aidone e Piazza Armerina, ad una manciata di chilometri dagli svincoli autostradali di Mulinello ed Enna.

In un contesto paesaggistico pregevole, la zona del Parco forma un triangolo equilatero con, agli altri due vertici, il lago di Pergusa e la riserva faunistico-forestale della Ronza. Inoltre il sito minerario si colloca in un bacino che consente di usufruire di beni culturali ed ambientali d'interesse internazionale (la Villa Romana del Casale a Piazza Armerina e gli scavi archeologici di Morgantina ad Aidone).

Il Parco Minerario Floristella Grottacalda , è uno dei più espressivi insediamenti d'archeologia industriale esistenti nel sud d'Italia. Alla stregua di un grande museo a cielo aperto, il vasto complesso estrattivo fornisce una vera e propria "stratigrafia" delle diverse epoche e dei relativi sistemi e tecniche d'estrazione e di fusione dello zolfo. Ancora ben visibili e drammaticamente evocativi, appaiono i calcaroni (forni circolari per la fusione e separazione dello zolfo dal materiale inerte), le discenderie (cunicoli semiverticali utilizzati in epoca preindustriale per raggiungere il giacimento), i castelletti e gli impianti dei pozzi verticali (utilizzati in epoca recente per la discesa in sotterraneo), i forni Gill (sistema più moderno per la fusione dello zolfo). Su un'altura si erge imponente il Palazzo Pennisi, antica residenza della famiglia proprietaria, che domina il complesso minerario di Floristella. La sontuosità del manufatto e la sua pregnanza architettonica, generano una sorta di contrasto con l'austerità del luogo, fornendo un'immediata e suggestiva immagine di ciò che doveva essere l'estremo divario sociale dell'epoca.

In questo viaggio due eventi ricorderanno soprattutto i soci kiwaniani: il ritorno, quello della Venere, che segna la più grande vittoria contro le logiche del traffico clandestino di beni archeologici, e la visita ad uno dei più grandi insediamenti d'archeologia industriale esistenti nel sud d'Italia, ma anche un luogo che un tempo era un antro infernale in cui tanti, “carusi” (il “caruso” è il manovale, quasi sempre un ragazzo, che sta accanto a ogni picconiere e trasporta il minerale che questi stacca dalla cava),erano destinati a soccombere tra mille pene, violenze e situazioni incresciose.

Durante la Conviviale il club si è arricchito di un nuovo prezioso elemento la signora Maria Nivea Zagarella.

Giusy Milanesi


del 29/04/2014

ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE FONDATA NEL 1915 A SERVIZIO DELLA COMUNITÀ E DEI BAMBINI

Visite258138   | Oggi94