KC Lentini
Si è svolta a Lentini la cerimonia di presentazione della raccolta di poesie in dialetto siciliano. La lodevole iniziativa è stata portata avanti dal KIWANIS di Lentini, che ha voluto conservare tracce della fatica letteraria di tutti i poeti vincitori e segnalati che hanno partecipato alle quindici edizioni del premio di poesia dialettale , intitolato a Ciccio Carrà Tringali, poeta popolare lentinese, vissuto tra gli ultimi decenni del 1800 e la prima metà del 1900.
Ha aperto i lavori il presidente del Club Sebastiano Galatà, che dopo aver salutato e ringraziato le autorità presenti in sala e il numeroso pubblico, tra cui molti poeti partecipanti, ha illustrato l’iniziativa. I relatori Alfio Di Pietro e Concetto Incontro hanno sintetizzato le motivazioni della nascita del Premio, gli sviluppi interessanti e per la convinta e consolidata partecipazione dei poeti e per la qualità delle giurie, composte da intellettuali e professori universitari, che hanno dato al Premio un ampio respiro nazionale. Carmelo Gaudioso, che ha curato l’edizione del libro come casa editrice Stampeacontatto, ha sottolineato l’importanza del recupero di questo patrimonio poetico e della sua riproposizione alla fruizione in un unico volume sintesi di emozioni e suggestioni che appartengono sia al poeta che al lettore.
Salvatore Caponetto ha affrontato il rapporto fra poesia in lingua italiana e quella dialettale, rivalutando il ruolo di quest’ultima, in quanto si riconosce al dialetto pari dignità e la capacità di veicolare messaggi e contenuti con altrettanta forza comunicativa ed espressiva. Ha illustrato anche l’evoluzione del sistema linguistico, che superando il dialetto colto e letterario, che utilizza norme grammaticali, lessemi e accezioni ortografiche comuni, una sorta di KOINE’, adotta , invece, la parlata locale, con il recupero delle identità antropologiche e culturali. Nella raccolta, che contiene le poesie vincitrici, segnalate e quelle variamente rappresentative dell’intrigo dei sentimenti, sono presenti diverse sensibilità e forme artistiche, che fanno riferimento a modelli di poesia dialettale popolare e a quelli di letteratura “ culta”. La musicalità, il ritmo dei versi, la sonorità, i contenuti e i motivi della poesia, che spaziano dall’amore per la natura agli affetti familiari, dalla protesta sociale alla solidarietà umana, sono stati magnificamente espressi dalla voce melodiosa dell’aedo dell’Etna Alfio Patti, che ha incantato un pubblico attento e appassionato.
Grande serata all’insegna della vera e autentica poesia, che ha il suo posto di rilievo, a dimostrazione che la poesia non muore in una società che tende sempre a privilegiare l’immagine a discapito della parola. Toccante è stata anche la presenza dei nipoti di Ciccio Carrà Tringali e la recita di due poesie, da parte del novantenne Ciccio Palazzo.
A ciascuno dei presenti è stata offerta copia della raccolta ”Trent’anni del Ciccio Carra Tringali”, a testimonianza della fatica letteraria e della gioia di ripercorrere il cammino della poesia.
Questa la poesia declamata dal novantenne Ciccio Palazzo, nipote di Ciccio Carrà Tringali, all’inizio della serata.
"Mi battu cu la petra e pigghiu e lassu
'ncorpu la mazza, 'ncorpu lu piccuni
e travagghiannu 'ngnornu di gran passu
sprimutu arrestu comu nu limiuni.
E lu patrunu mi talìa d'arrassu
torci lu coddu comu 'n lucirtuni
ju a travagghiari e iddu a stari a spassu!
Chista ch'è liggi, munnu lazzaruni?
Ma poi cangiu pinseri e mi cunfortu
pirchì mi vidu 'ntornu a tanti ciuri
di majiu e di sinapi ammezzu n'ortu.
E trova menza paci l'arma mia,
e cantu tra lu sbriu e lu duluri
e di tuttu ni fazzu puisia!
(Ciccio Carrà Tringali 1929)
del 16/10/2014
ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE FONDATA NEL 1915 A SERVIZIO DELLA COMUNITÀ E DEI BAMBINI
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