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La serata organizzata dal Club Kiwanis Ghemme e Bassa Valsesia venerdì 29 maggio al Ristorante “Il Maniero” di Agnellengo di Momo ha visto come protagonista e relatore un personaggio novarese molto noto: Maurizio Leigheb. Nato a Novara, etnologo, iscritto all’ordine dei giornalisti dal 1976 ha pubblicato una decina di libri di viaggio e d’argomento antropologico, numerosi saggi, articoli e reportage per vari editori. Bravo pittore è anche documentarista, autore di oltre cento documentari su vari Paesi, civiltà ed etnie trasmessi da Rai, Mediaset ed emittenti straniere. Grande viaggiatore, da oltre trent’anni si dedica allo studio documentato di altre culture ed è impegnato nella difesa dei diritti umani e delle minoranze etniche. In particolare molte delle sue spedizioni sono state organizzate in Amazzonia e Nuova Guinea indonesiana dove sopravvivono gli ultimi gruppi indigeni isolati, per documentare il drammatico processo di acculturazione ed estinzione. Ha condiviso con famosi studiosi della “politica indigenista” lo studio e la ricerca nel settore, contribuendo a far conoscere e rispettare le diversità culturali quale condizione indispensabile per una pacifica convivenza civile. Ha partecipato a molte trasmissioni televisive in Italia e all’estero divulgando le sue esperienze. Maurizio Costanzo lo definì “l’ultimo grande esploratore italiano”. Per i suoi lavori ha ottenuto molti riconoscimenti nazionali ed internazionali. Molto bravo nella descrizione delle sue particolari e a volte pericolose esperienze Leigheb ha presentato tramite splendide foto ed un filmato l’esperienza vissuta in Papua Nuova Guinea presso le popolazioni Asmat con le quali ha instaurato un rapporto di amicizia e reciproco rispetto, facendoli interagire anche con i mezzi di registrazione d’immagine. Gli Asmat sono particolarmente portati alle arti prevalentemente la scultura, che viene insegnata e praticata già dall’infanzia. Le loro opere hanno significati simbolici che derivano da una cultura che si fa risalire a trentamila anni fa. Le loro sculture sono una sorta di mediazione tra la società e il mondo degli antenati. I Bisj sono opere incredibili; pali alti fino a otto metri scolpiti nei tronchi delle mangrovie, commemorano i personaggi per loro più importanti allo scopo di mantenerne il ricordo e per farli rivivere perennemente, assistendoli nel passaggio delle loro anime nel mondo degli antenati. Le sculture in questi grandi opere sono simboliche immagini umane sovrapposte l’una all’altra, a volte raccolte in posizione fetale con i gomiti posati sulle ginocchia, figure ancestrali che regolano l’universo. Così gli Asmat seguono la tradizione perpetuando il gesto creatore di “Fumeripits” che per primo diede forma alle figure degli antenati scolpendo i tronchi degli alberi e infuse loro vita con il suono del tamburo, poi li pose all’interno degli Jeu (capanne). Ogni scultore, e quindi ogni Asmat, si sente intimamente in relazione con il tronco che sta lavorando tanto da identificarsi con l’albero stesso. Amano definirsi Asmat ow che si può tradurre come “uomini veri” o “gente dell’albero”.  In passato i Bisj venivano scolpiti prima delle sortite per una caccia alle teste. Gli Asmat erano infatti cacciatori di teste. Rimane ancora oggi l’abitudine di addormentarsi con il capo appoggiato su un cranio, usato in sostituzione del cuscino. La pratica della caccia di teste (e del cannibalismo) trova un suo significato entro le loro credenze. È indispensabile conservare ordine e armonia nel cosmo per mantenere il benessere, e la vendetta compiuta nei confronti del nemico con il taglio della testa e il suo sangue versato ai piedi del totem libera lo spirito del morto in esso contenuto, altrimenti l’anima del defunto vagherebbe tra i vivi causando epidemie e carestia nel villaggio. Nel loro credo la pratica consente di conservare in questo modo la stabilità nell’universo.

Una vita tribale quella degli Asmat, tra le foreste pluviali di Papua infestate da coccodrilli e altri animali pericolosi, in un’area difficilmente raggiungibile con i comuni mezzi. Solo in canoa (o con l’elicottero) si possono raggiungere i loro villaggi.

Dopo aver risposto ad una serie di domande degli attenti ed interessati convenuti Maurizio Leigheb ha ricevuto a ricordo della serata dalla Presidente del Club Alessandrina Gozzi una ceramica artistica e il gagliardetto. La Presidente ha poi ricordato la prossima serata d’estate al Tenimento al Castello di Sillavengo sabato 27 giugno con la partecipazione della “Compagnia delle chiacchiere”.

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