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Rassegna stampa

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8-1-2015 - La gigantesca torre idrica del Lucca.
Tra Ottocento e Novecento, ai tempi del sindaco Piero Lucca poi diventato senatore e trasferitosi a Roma dove divenne sottosegretario all’Interno, la basilica di Sant’Andrea la scampò: una gigantesca torre idrica, alta più di 40 metri e che sarebbe stata in competizione con le torri del monumento rovinando le prospettive di quest’ultimo, alla fine fu accantonata. I milanesi, che in quel periodo esercitavano molta influenza su Vercelli, con una consulenza sentenziarono che il progetto della mastodontica torre era sbagliato, tanto che in Lombardia non si praticavano più scelta del genere. E allora Piero Lucca accantonò definitivamente il progetto, cosicché l’ampliamento del servizio idrico cittadino, alimentato dai pozzi artesiani “di profondità prese un’altra strada tecnica, con trivellazioni che non avevano necessità di mandare l’acqua in alto, facendola poi cadere nella rete di distribuzione.
Questa circostanza tecnologica, poco conosciuta storicamente, giovedì 8 gennaio è stata richiamata da Federico Perini, responsabile del servizio idrico integrato che assicura l’acqua potabile a Vercelli capoluogo del territorio anche denominato “terre d’acque”. Perini è stato invitato dal Kiwanis Club vercellese presieduto da Piero Castello che durante la conferenza si è assegnato simpaticamente il compito di “agente provocatore” per evidenziare la salubrità attuale del patrimonio idrico cittadino. Anzi, Federico Perini, che attualmente anche cura l’archivio storico idrico di Atena, ha per una serata reso disponibile in visione la documentazione riguardante la “torre del Lucca” mai costruita, e anche relativamente al mito di un grande lago sotto Sant’Andrea. In realtà, il lago è soltanto un grande serbatoio idrico realizzato negli anni del sindaco Lucca, coincidente con un “parco idrico” che adesso l’Atena, anche con finalità didattiche per i giovani, sta completando nella zona del vecchio ospedale psichiatrico, realizzato negli anni Trenta dalla Provincia e in stato di abbandono dopo l’abolizione dei manicomi.
Finalità della conferenza di Federico Perini, anche dedicata alla risorsa idrica di Vercelli, oggi eccellente e pressoché oligominerale, è stata quella di fornire elementi per arrivare a questa conclusione: dai rubinetti della città esce ormai acqua di bassa durezza, senza più ferro, manganese e contenuti solforosi. Dall’Ottocento ad oggi non è sempre stato così. Per il sistema idrico integrato, fino al 1996 con l’immissione in rete di acqua tal quale proveniente direttamente dai pozzi, negli ultimi anni è stato allestito un sistema assai complesso, di estrema sicurezza, dove anche i batteri “lavorano” in funzione della purezza delle acque garantite ai vercellesi. Questo ha comportato la dismissione di vecchi pozzi sostituiti dai nuovi, tutti in trivellazioni basate su profondità oltre i cento metri e su tubi in acciaio inox. Inoltre, il continuo monitoraggio sulla pressione della rete e sulle condizioni dell’acqua, evita disservizi e altri problemi riguardanti l’utenza. Questo comporta, però, sensibili investimenti economici che, se la proposta del presidente Castello sarà accolta dai soci, verranno affrontati in altra circostanza dal Kiwanis Club di Vercelli, ovviamente anche in relazione al presunto onere delle bollette e alla puntualità costante del servizio. Durante la conferenza è anche stato affrontato brevemente il problema dei pesticidi. A Vercelli città, secondo Federico Perini, non ci sono pericoli di sorta per l’acqua potabile. Un po’ diverso potrebbe essere per il territorio circostanze a Vercelli. Intanto, nella serata dell’8 gennaio il Kiwanis Club di Vercelli ha accolto un nuovo socio. E’ Mario Barasolo, musicista e già direttore del Coro Viotti.

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22-1-2015

I graffiti per dire che esistiamo e siamo umani
Cartesio (1596/1650) filosofo e matematico, con una frase riassuntiva del suo pensiero, riaffermò che l’umanità esiste se non rinuncia alle sue irripetibili peculiarità. La frase era questa: cogito ergo sum, penso, pertanto esisto. Milioni di anni prima gli uomini delle caverne con i graffiti rupestri riaffermarono la loro esistenza e la comunicarono ai loro simili, prima cacciatori e, poi, agricoltori. E con una mano tracciata su una roccia “firmarono” la loro esistenza e il loro diritto alla vita sulla Terra. Dietro a questa mano c’è l’inizio della necessità irrefrenabile “di comunicare” che nei secoli, oltre che dai graffiti rupestri è stata soddisfatta prima dalla pittura e dopo dalla fotografia che ultimamente, con le tecnologie digitali, ha raggiunto grandi livelli di sofisticazione. Oggi si comunica ormai in tempo reale, descrivendo eventi di cronaca ma anche utilizzando l’immagine fotografica per la moda, il gossip e il cibo e le nature morte le quali richiamano Caravaggio, anche Depero e i futuristi, Morandi.
Anche la fotografia dall’Ottocento e poi via via sempre più moderna è figlia della cultura. Di tutto questo, giovedì 22 gennaio ha parlato il fotografo Gianpiero Marchiori, vercellese che per un trentennio ha lavorato a Milano nella cronaca, nella moda e nel food and bererage che, attraverso l’immagine, comunica sistematicamente sul cibo e sulle bevande, testimonianza del piacere dell’umanità oltre che della sua economia. Marchiori è stato invitato, anche con le immagini, a parlare di questo argomento affascinante dal Kiwanis Club di Vercelli presieduto da Piero Castello. Inevitabilmente sulla conferenza, affollata di soci del Kiwanis il quale quest’anno compie cento anni dalla fondazione, hanno fatto irruzione le immagini dei grandi fotografi internazionali, specie americani e dell’Europa dell’ Est, i quali hanno fissato nella memoria collettiva “ tracce lancinanti”: l’umanità sfruttata dai propri simili e che soffre nelle miniere a cielo aperto del Sud America; le immagini inedite dell’invasione della Cecoslovacchia nel 1968 da parte del moribondo impero sovietico; la grande solitudine della gente documentata dalle immagini destinate a diventare storia. Fra questi grandi fotografi, meglio dire “generatori di immagini tratte dal reale”, c’è il brasiliano Sebastiano Salgado. Con un lavoro durato ininterrottamente otto anni egli ha raccontato in Genesis come sia il nostro mondo nel bene e nel male. Riferendosi a lui, Gianpiero Marchiori ha concluso con l’ottimismo illuministico di Voltaire mutuato fra Seicento e Settecento da Goffredo Guglielmo Leibniz (1646/1716) altro grande matematico e filosofo: in ogni caso dobbiamo vivere nel migliore dei mondi possibili. E anche l’immagine, dai graffiti alla pittura e alla fotografia, aiuta molto.

 

20150122 Marchiori

 

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Il Kiwanis Club di Vercelli e la casa della solidarietà

Nel 2015 il Kiwanis International, cui appartiene il Club di Vercelli, per tradizione molto attivo, compie un secolo, essendo stato fondato negli Stati Uniti nel 1915. Elio Garozzo il governatore in carica del Distretto Italia San Marino, ha scelto come motto della sua presidenza Liberiamo le energie. E questo per ricordare a tutti i soci che nella solidarietà verso i componenti della comunità non si deve lasciare nulla di intentato, rammentando la ricorrenza ma soprattutto la disponibilità a fare realmente secondo le proprie forze.

Questo, forse nel linguaggio corrente dei services da rendere alla società cui si appartiene, locale, nazionale e internazionale, vuol dire anche concretezza di cui anche deve essere fatta la solidarietà.

Il comune di Vercelli, in base alla legge 184/83 e alla sua modifica 149/2001, fra l’altro ha avviato la costituzione del centro municipale dell’affidamento dei minori, incaricando del suo funzionamento il Settore Politiche Sociali, dipendente dall’assessore Adriana Sala e affidato alla dirigente Luciana Berruto, socia del Kiwanis Club di Vercelli, e al suo staff di psicologhe e assistenti sociali.

Il Comune guidato dal sindaco Maura Forte ha anche fissato la sede del Centro dell’affidamento nei locali al piano terreno della struttura completamente rinnovata, anche architettonicamente e funzionalmente, dell’ex IPAI (Istituto per l’infanzia) a suo tempo realizzato dalla Amministrazione Provinciale.

Questa “Casa della solidarietà” e dell’attività condivisa dalla comunità in funzione dei bambini e degli adolescenti vercellesi e delle loro famiglie, è stata inaugurata nella tarda mattinata del 23 dicembre, significativamente antivigilia del Natale 2014.

All’arredamento ha provveduto, con un non indifferente carico finanziario, il Kiwanis Club di Vercelli cui si è aggiunta per alcuni giocattoli e suppellettili didattiche, l’Associazione degli ex Ciudin, presieduta da Luigi Casalino. Anche questa associazione, nata nel 1949 e che prende nome dalle scarpe irrobustite dai chiodi dei ragazzini oggi uomini fatti anche distintisi professionalmente in città e in Piemonte, è una eloquente testimonianza della solidarietà dei vercellesi.

Come è facile rendersi conto, i fini perseguiti dal Centro per l’affidamento hanno una base pedagogica e psicologica molto seria. Il Kiwanis Club di Vercelli, come ha annotato il suo presidente Piero Castello, ha contribuito in modo sostanziale al suo decollo. Gli specialisti del Settore Politiche Sociali, ad incominciare dalla dottoressa Luciana Berruto, che hanno elaborato il progetto per Il Centro di Vercelli per l’affidamento hanno voluto chiamarlo La zuppa di sasso. Il nome allude alle favole delle tradizioni mitteleuropee e africane riprese in questi anni con libri di successo dalla francese Anais Vaudelade, scrittrice e illustratrice per l’infanzia. Una delle favole da lei riscritta si intitola La Zuppa di sasso. Narra di un vecchio lupo sdentato che nel villaggio degli animali e nella casa di una gallina riaccende l’interesse per la curiosità e per la solidarietà, non per il pregiudizio, forse dimostrando che questi sentimenti positivi si affermano anche attendendo inutilmente la cottura di un sasso, di per sé indigesto e impossibile da mangiare. In realtà, La zuppa di sasso è un messaggio destinato ai bambini e agli adolescenti sempre un po’ problematici perché, per fortuna, questa è la loro vivace natura.

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Natale 2014, un appuntamento essenziale. Venerdì, 12 Dicembre 2014.

Sono trascorsi 482 anni dalle prime volte della esecuzione del brano musicale natalizio “Gaudete”. Suor Gabriella Greco, che quotidianamente fa la fisioterapista e che dirige il Coro dell’Università Popolare, ha inserito lo spartito nel concerto di Natale proposto al Circolo Ricreativo di Vercelli dal Kiwanis Club cittadino. Era giovedì scorso, 11 dicembre. E il Kiwanis, presieduto da Piero Castello, aveva programmato i tradizionali auguri ai soci e alla città. Ma, forse per la prima volta nella lunga storia del Kiwanis Club e degli altri club di servizio sono stati auguri diversi: essenziali, come avrebbe poi annotato don Gian Franco Brusa, oratore della serata e parroco di Asigliano e Ronsecco, e senza inutili fronzoli consumistici come si era proposto il presidente Piero Castello.

La conviviale ha per intero avuto questo timbro, appunto incominciando dal concerto di suor Gabriella e dei suoi coristi. Oltre al “Gaudete”, appunto composto nel 1582, l’esecuzione degli altri brani: il “Tannenbaum” della tradizione tedesca; “Gli angeli nelle campagne”, canto francese che giunge da lontano; e, in esecuzione particolare, gli assai conosciuti “White Cristmas”, “Tu scendi dalle Stelle” e “Fermarono i cieli”. Poi una doverosa aggiunta culturale che riguarda suor Gabriella Greco e le sue ugole d’oro, femminili e maschili: il coro ha nel suo repertorio brani ebraici e in ebraico, recuperati e resi vivi rispettando una rigorosa filologia musicale.

Anche dopo il concerto così diverso del Coro della Università Popolare, presieduta senza risparmio di forze e risorse da Paola Bernascone, la riflessione di don Gian Franco Brusa. Questo il tema generale da lui sviluppato: “Natale oggi: quale Bambino e quali bambini”. Il parroco di Asigliano e di Ronsecco, che è anche stato parroco in Rione Aravecchia di Vercelli succedendo a don Luigi Longhi, grande amico di tutti gli ultimi del nostro territorio, ha insistito sulla necessità del ritorno alla essenzialità, partendo dalla figura, non soltanto storica, di Gesù Bambino e soffermandosi sui bambini e sugli adolescenti di adesso. Con molto tatto, ma senza giri di parole, don Gian Franco Brusa si è soffermato sul fatto che gli Erode della storia continuano ad esistere, anche alludendo agli ultimi fatti di cronaca nera. Forse l’essenzialità della festa natalizia consiste nell’anticonsumismo fatto di un Bambino Gesù di zucchero, di qualche mandarino e di poche arachidi, i doni ai bambini nel Vercellese di tanto tempo fa.

Fedele ad una tabella di marcia che non prevede molte soste, il Kiwanis Club di Vercelli, martedì 23 dicembre con il Comune di Vercelli inaugurerà nel restaurato Ipai, la sede del Centro per l’affidamento fondato dal Settore Politiche Sociali comunale. L’arredamento è stato finanziato e donato al Comune e alla città dal Kiwanis Club vercellese. Cerimonia dell’inaugurazione alle 16, con il sindaco, l’assessore alle Politiche Sociali e, naturalmente, i tanti soci del Kiwanis Club. Inoltre, l’8 gennaio 2015, prima conferenza del nuovo anno con un argomento affascinante e che fa discutere: l’acqua, compresa quella di Vercelli, competitiva rispetto alle acque minerali. Conferenziere Federico Perini, che l’acqua conosce da vicino occupandosene in Atena.

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Assieme, gli obbiettivi sono a distanza ravvicinata. Un ultimo sforzo e, poi, ecco il risultato positivo. Agire in modo sparpagliato, sia pure con buone intenzioni, non porta a nulla.

Fuor dalla retorica: il Soroptimist Club di Vercelli presieduto da Caterina Politi e il Kiwanis Club di Vercelli guidato da Piero Castello hanno scelto la prima strada.

Lo spunto è stato offerto da due circostanze: la giornata contro la violenza delle donne, mercoledì 25 novembre; e una idea di una donna siciliana scampata al suo assassino, con questo semplice titolo: posto occupato.

E giovedi sera 27 novembre nella conviviale del Kiwanis Club, la segretaria del Soroptimist Club di Vercelli Lucia Ruzzante con altrettanta semplicità ha spiegato che cosa tale iniziativa significhi davvero. Non solo contro la violenza fisica ai diversi livelli che ogni giorno, purtroppo, i mass media registrano facendo anche delle statistiche: un femminicidio ogni tre giorni non solo nelle periferie dimenticate delle città e violenze che stentano a venire alla luce in famiglia che purtroppo coinvolgono anche i figli minorenni e nei posti di lavoro.

Il Kiwanis Club giovedì sera 28 novembre si è detto pienamente d'accordo con gli atti e non con le sole parole sulla proposta per difendere sempre un posto occupato, rivendicandolo a scuola, sul posto di lavoro a pari dignità con il genere maschile, a teatro, al cinema, al ristorante in ogni luogo dove la assoluta pari dignità tra due volti sia sostanza. consapevolezza di avere il diritto al posto occupato discende un numero smisurato di altri diritti: dai più usuali a quelli più importanti senza il rispetto dei quali una comunità di donne e di uomini uguali non può progredire.

Un contributo sostanziale per questa parità assoluta verrà anche dalla nuova app del Soroptimist perché, attraverso gli smartphone e gli altri mezzi tecnologici l'altra parte del cielo abbia tutte le informazioni di carattere giuridico e, sociologico: in una parola, di vita perché la parità non sia scalfita.

Il Kiwanis Club di Vercelli ha condiviso.

E, appunto per conseguire gli obbiettivi, camminerà assieme al Soroptimist Club di Vercelli.
Enrico Villa

20141127 Posto occupato

 

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Luigi Bavagnoli e Teses - A Moncrivello il pozzo italiano più profondo.

Il pozzo più profondo costruito nel nostro Paese è a Moncrivello, nelle colline proscipienti la Serra di Ivrea. Forse così come è stato trovato, sarebbe stato realizzato dalla Amministrazione Napoleonica che anche sul Vercellese e il Torinese aveva esteso il proprio governo che comprendeva una agricoltura fiorente, in primis le risaie le quali incominciarono a diventare importanti nelle piane della Dora e del Po proprio nel XVII secolo. Il manufatto, che aveva funzioni idrauliche e irrigue, è profondo 84 metri.

Il pozzo di San Patrizio, un altro celebre pozzo che si trova a Orvieto, poco distante dall’altro celebre Duomo, è profondo poco più di 53 metri e per arrivare al fondo devono essere scesi 248 scalini.

Il pozzo di Moncrivello è uno dei riferimenti cui giovedì 27 novembre ha alluso Luigi Bavagnoli, che invitato dal presidente del Kiwanis Club di Vercelli, dottor Piero Castello, ha parlato del Teses da lui fondato, nonché delle scoperte in questi anni effettuate dal suo gruppo, con finalità soprattutto culturali sia in superficie che nel sottosuolo. Alcune di queste scoperte hanno avuto come premessa le leggende popolari del territorio.

Altre, con rigorosa impostazione scientifica, sono il risultato di collaborazioni interdisciplinari di speleologia, di antropologia, di archeologia, di paleontologia, di sociologia che, oltre alla fatica e al rischio degli operatori, si avvalgono delle più avanzate tecnologie come le luci led, le sonde geologiche e i droni piccoli aerei telecomandati che arrivano dove non sarebbe possibile agli specialisti del “sopra” e del “sotto”.

Un altro risvolto che Luigi Bavagnoli ha evidenziato, riguarda l’area dove il localismo si stempera, e questo accade a decine di chilometri di distanza. E’ il caso della poco nota chiesa di “San Bernardino alle ossa” fondata a Milano, a poche decine di metri dal Duomo, dalla confraternita dei Disciplini nel XIII secolo dedicata a San Bernardino da Siena, nel sottosuolo trasformata in un suggestivo ma macabro cimitero al servizio di un vicino ospedale. Lo stesso sottosuolo avrebbe caratteristiche tali da richiamare il Principato di Lucedio fondato nella stessa epoca dai Benedettini bonificatori delle Grange, la grande pianura da Vercelli a Crescentino.

Altre testimonianze del passato, talvolta ancora avvolte da un po’ di mistero che Bavagnoli e il Teses in parte hanno svelato riguardano il “fiume sotterraneo delle ossa” di Santa Maria Maggiore in pieno centro storico di Vercelli, forse frutto della allucinazione di un sacrestano, l’ancora poco conosciuto sottosuolo di Sant’Andrea o il non più esistente castello di Borgovercelli sostituito da un grande deposito industriale, o anche quanto sta sotto alla medioevale piazza Cavour dove in epoca moderna sono state ricavate cantine e un rifugio. Le ricerche di Teses hanno inoltre accertato l’esistenza di materiali lapidei come il tufo, presente in genere il vicino Monferrato ma non nel Vercellese.

Anche questa scoperta geologica sarà approfondita.

Enrico Villa

 

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