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Il KC Novara Monterosa commemora i defunti
Come da tradizione, anche quest’anno, il 2 novembre, i soci del Kiwanis Club Novara MONTEROSA hanno commemorato i defunti con una messa presso l’antico oratorio S. Martino di Ponzana, celebrata dal socio onorario Don Dino Campiotti, direttore della Caritas diocesana.
Don Dino una decina d’anni fa fondò presso quell’antica struttura una casa alloggio per malati di AIDS, denominandola Casa Shalom, oasi di pace e di tranquillità, dove gli ospiti vengono accuditi e curati e, se possibile, avviati ad una attività lavorativa per il reinserimento nella vita sociale. In quest’ambito è gestita una serra, nella quale vengono coltivati piante e fiori per essere venduti.
Don Dino è l’anima del complesso, che fa fatto ristrutturare e adattare alle nuove esigenze, richiamando in vita l’antica vocazione di solidarietà e di accoglienza, che da secoli ha caratterizzato Ponzana. Infatti, nel Medio Evo, i pellegrini, diretti a Roma o per recarsi a Santiago de Compostela, prima di imboccare una deviazione della via Francigena, sostavano a Ponzana, accolti da monaci o fratelli di qualche congregazione.
Prima della celebrazione della messa, il socio Alessandro Lomaglio ha tratteggiato la storia e il ciclo pittorico di affreschi, di recente restaurati, risalenti al XV secolo, che adornano l’oratorio.
E’ un’opera di stupefacente splendore, che da pochi anni gli esperti della Sovrintendenza delle Belle Arti di Torino hanno riportato in vita, dopo averli liberati da una pesante imbiancatura di calce.
Questi affreschi emozionano anche per l’ingenuità dei disegni, come emerge dal miracolo di S. Giacomo Maggiore, che salva un giovane, ingiustamente condannato e già appeso alla forca, tenendolo sollevato con una mano posta sotto i piedi per non farlo affogare, oppure dalla raffigurazione di S. Francesco, nel momento in cui riceve le stigmate sul monte Verna, plasticamente rappresentate da alcune linee rosse, che, partendo dalle ferite del corpo di Cristo, colpiscono gli stessi punti del corpo del Santo d’Assisi.
Nel sottarco del presbiterio si sono salvati i dipinti di sei sibille, le quali mettono in mostra ricche vesti e acconciature con i capelli raccolti sulla nuca, anticipando il rinascimento nella bassa novarese.
Sulla volta a crociera sono raffigurati i quattro evangelisti, uno per ogni vela, che hanno davanti seduti quattro dottori della chiesa con un codice aperto sul leggio, dipinti in solenne devozione. Il restauro è riuscito a recuperare quasi integralmente gli affreschi della volta, che oggi si possono ammirare. (a.l.)