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Rassegna stampa

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Rosalba Fiduccia
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16 MAGGIO 2015 - MALATTIE INFETTIVE E PREVENZIONE VACCINALE: NON ABBASSIAMO LA GUARDIA. Incontro rivolto alla popolazione.

Promotori dell'Evento:

  - Comune di Novara

  - Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Novara

  - Azienda Ospedaliero Università Maggiore della Carità Novara - Pediatria - Dipartimento per la Salute della Donna e del Bambino

  - Kiwanis Club Novara Monte Rosa - Progetto ELIMINATE Kiwanis Unicef

  - Azienda Sanitaria Locale Novara

Moderatori:

ATTILIO BARLASSINA, GIANNI BONA, FEDERICO D'ANDREA

Relatori:    

- LA STORIA DEI VACCINI: DA JENNER ALLA REVERSE VACCINOLOGY, GIANNI BONA Direttore SCDU Clinica Pediatrica Novara;

- LA VACCINAZIONE OGGI FRA OBBLIGO E RACCOMANDAZIONI, CARLA ZOTTI Prof. di Igiene Università Torino;

- VACCINAZIONI: IL PUNTO DI VISTA DI ASL, MEDICI DI MEDICINA GENERALE E PEDIATRI DI LIBERA SCELTA,         SAVERIA BASSETTI Dirigente Medico ASL NO, DOMENICO CAREDDU Pediatra, GIANLUCA DE REGIBUS Medico di famiglia;

-  PROGETTO ELIMINATE KIWANIS-UNICEF PER L’ERADICAZIONE DEL TETANO NEONATALE, ROSALBA BARBIERI Socio Kiwanis Club Novara Monte Rosa, LUCIANO COPPOLA Socio Kiwanis Club Novara Monte Rosa, ANTONELLA ROSSATI Dirigente Medico Medicina Infettivi Novara;

-  IL SUCCESSO DELLE CAMPAGNE VACCINALI DIPENDE DALL’INFORMAZIONE, CARLA ZOTTI Prof. di Igiene Università Torino.

L' incontro è iniziato con il benvenuto e il saluto delle Autorità Locali, ai quali sono seguiti, in successione gli interventi sopra descritti.

Gli esperti in tema di vaccinazioni non hanno dubbi: non bisogna mai abbassare la guardia!

A rinforzare i messaggi e i lavori scientifici del settore, una recente ricerca ha messo in luce che l'88 % dei genitori italiani dichiara di aver sottoposto i propri figli alle vaccinazioni obbligatorie, ma soltanto il 48 % a tutte le vaccinazioni raccomandate per prevenire malattie gravi.

E' evidente che si debba promuovere e sostenere la cultura delle vaccinazioni. Le ragioni sono molteplici e le giovani coppie di genitori hanno bisogno di informazioni autorevoli per poi decidere in maniera ragionata e consapevole.

Spesso si dimentica che l’efficacia della prevenzione è inversamente correlata al numero dei casi di una determinata infezione, il fatto che in Italia non si verifichino casi di poliomielite dal 1982 dimostra il successo della campagna vaccinale.

Quali le malattie ancora oggi rischiose?

Alcune infezioni, come morbillo, varicella e rosolia, vengono ancora ritenute prive di rischi. Anzi, si è convinti che il bambino debba contrarle per sviluppare gli anticorpi, senza considerare le complicanze talvolta mortali.

Lo scenario attuale vede in campo alcuni movimenti politici e di opinione che, facendo leva sull’aspetto emotivo, ma senza alcun fondamento scientifico, cercano di contrastare le vaccinazioni senza guardare ai Paesi dove alcune malattie mietono ancora parecchie vittime che invece potrebbero essere salvate.

Eppure, se fosse disponibile un vaccino contro il virus Ebola, considerata la psicosi in atto, molto probabilmente gli stessi detrattori delle vaccinazioni non esiterebbero a farvi ricorso.

La vaccinazione è un atto di responsabilità sociale, infatti anche se la copertura della popolazione arriva a superare il 95%, anche i non vaccinati possono essere considerati protetti.

E per quanti ancora temono la pericolosità dei vaccini, è importante ricordare che gli stessi si sono evoluti nel tempo, parallelamente al progresso tecnico e scientifico, quindi i preparati di oggi sono altamente sicuri.

Gli eventuali effetti indesiderati, messi comunque sul piatto della bilancia, sono nettamente inferiori ai possibili rischi e alle conseguenze della malattia che si cerca di prevenire.

Luciano Coppola

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8 maggio 2015 - Dal giroplano all’elicottero.

Nella serata dell’8 maggio scorso è intervenuto al Kiwanis Club Novara MONTEROSA il Dott. Enrico Guerra, che ha tenuto una conferenza sullo stato dell’industria elicotteristica, in particolare quella italiana.

Dal suo posto di lavoro ha potuto fornire dati economici e tecnici, che hanno interessato i numerosi ospiti presenti all’incontro.

Il Dott. Guerra, in qualità di Direttore Commerciale della Società AGUSTA fa tracciato un breve excursus storico della Società da quando, circa un secolo fa, cominciò a muovere i primi passi fino a diventare industria laeder nel particolare settore in campo internazionale.

Ha anche sottolineato la profonda crisi attraversata e gli aspetti talvolta drammatici vissuti dall’azienda, che, attraverso il lancio di nuovi e sofisticati modelli è riuscita però a superare.

L’AGUSTA fu fondata nel 1907 dal pioniere dell’aviazione Giovanni AGUSTA e proseguita dal figlio Domenico, che nel secondo dopoguerra strinse accordi di cooperazione con la statunitense Bell per la costruzione di elicotteri.

Nel 2007 è stato festeggiato il primo centenario della società, che si è proposta sul mercato con un prodotto del tutto nuovo, la motocicletta, che ha rappresentato un significativo fattore di sviluppo per l’assetto societario.

Alla fine degli anni cinquanta volò il primo elicottero AGUSTA, costruito su licenza, e, poco tempo dopo, il Dott. Guerra faceva il suo ingresso in azienda.

Nel 2015, ha tenuto a sottolineare, l’AGUSTA fu rilevata da Finmeccanica, che consentì alla finanziaria di accrescere gli utili con l’apporto dell’AGUSTA, che immesso sul mercato  nuovi esemplari di elicotteri. Di recente, l’Agenzia Europea Armamenti ha presentato una rilevante commessa di ordinativi nel settore.

Finmeccanica, sorta nel 1948 col compito di salvaguardare l’economia di alcuni settori sensibili, ha proceduto a diverse ristrutturazioni ed accorpamenti di aziende, divenendo insostituibile nel mondo della ricerca e del lavoro.

Nel discorso sono entrate anche la Fincantieri, che continua a dare ottimi risultati, la Selenia coi suoi sofisticati radar, la gloriosa Alfa Romeo, che purtroppo non essendo riuscita a decollare, ne fu decretata la vendita e fu acquisita dalla FIAT.

Agli inizi degli anni novanta avvenne la caduta del Muro di Berlino, un avvenimento che improvviso, che determinò l’abbassamento del sistema di difesa, nel quale la Finmeccanica si era lanciata. Anche l’AGUSTA ne pagò le conseguenze, essendo impegnata con alcuni ordinativi. Attraverso nuove commesse, sintonizzate sulle alte tecnologie, la società riuscì a rispondere al mercato, sia pure con fatica, e si salvò.

Negli anni duemila il 60% della produzione è stato immesso sul mercato che ha consentito un rilevante apporto finanziario, ossigeno per l’industria. E’ stato possibile rispondere alle richieste di Francia e Inghilterra, le due ultime potenze coloniali, alle cui necessita rispondevano le qualità dell’elicottero: la maneggevolezza, la possibilità di atterrare e decollare in uno spazio breve in paesi in genere privi di aeroporti, l’assicurazione di trasferire da un luogo all’altro beni e persone in tempi brevi. Le commesse si tradussero in una fornitura di 200 elicotteri.

Dietro questi incontestabili successi lavora un apparato tecnico-scientifico di prima grandezza, che progetta e realizza su uno scenario internazionale.

Il volo verticale rappresenta il futuro per il trasporto di beni e persone, sia in campo civile che militare. L’elicottero è il velivolo ideale per queste esigenze e l’AGUSTA  sotto questo aspetto è bene inserita nell’ambiente.

Nel dare dei numeri, il Dott. Guerra ha parlato di circa 54.000 dipendenti della Finmeccanica, di cui 12.000 appartengono all’AGUSTA, che si presenta anche con un  fatturato pari al 12% del bilancio della Finmeccanica.

L’AGUSTA, ha continuato il relatore, vende il 13% dei suoi prodotti in Italia, il 21% in Inghilterra, l’8% negli USA, il 25% negli altri paesi europei, il 33% nel resto del mondo.

Ha stabilimenti propri in Italia, negli USA, in Polonia, in Inghilterra; ha stabilito joint venture con la Turchia, la Russia, il Giappone, la Cina, l’India; gli Emirati Arabi; ha costruito centri di supporto, non industriali, in altri Stati. Inoltre, vanta la realizzazione di diversi modelli, in grado di soddisfare le esigenze dei richiedenti. La Bell, che sin dal 1957 aveva tentato di perfezionare il volo verticale, è stata soppiantata dall’AGUSTA, che ha raggiunto per prima l’obiettivo. Uno di questi elicotteri vola nell’aeroporto di Cameri in provincia di Novara, ma viene utilizzato solo come velivolo militare.

Intorno agli anni venti del ’900 un ingegnere e pilota spagnolo, Jan de la Cierva aveva inventato il giroplano, un velivolo intermedio tra l’aeroplano e l’elicottero, che rispetto all’aeroplano aveva una velocità inferiore anche se un consumo più elevato, e rispetto all’elicottero una meccanica più semplice e meno sofisticata. L’ingegnere spagnolo al primo esemplare fece seguire altri modelli, correggendo gli errori rilevati, ma, tragica ironia della sorte, morì in un incidente aereo, mentre era diretto ad Amsterdam. Aveva appena 41 anni.

Il Dott. Guerra ha concluso la sua relazione ricordando che verso la fine del ‘600 un gesuita di Brescia, Lana de Terzi, matematico e naturalista, peraltro sordomuto, aveva concepito l’idea di realizzare un velivolo volante, che, sfruttando l’aria, potesse elevarsi ed atterrare. Non aveva continuato gli studi, perché si era reso conto che la sua scoperta sarebbe stata utilizzata per scopi bellici.

Come di consueto, la serata è terminata con le domande del pubblico appassionato sull’argomento e interessato. (a. l.) 

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Dalle Crociate a Lepanto: un percorso di difficili rapporti.

Ospite del Kiwanis Club Novara Monte Rosa, nella serata del 24 aprile scorso, è stato Alessandro Barbero, professore ordinario presso l’Università Piemonte Orientale “Avogadro”, che ha tenuto una lectio magistralis sul tema: Dalle Crociate a Lepanto un percorso di difficili rapporti tra cristiani e musulmani.
I libri sacri delle due religioni, ha premesso, hanno molti punti di contatto e personaggi in comune, anche se, ha precisato, c’è modo e modo per vivere una cultura, al fine di evitare gli equivoci.
E’ necessario comunque leggere le scritture, capirle e interpretarle correttamente.
La Bibbia ha tramandato un Dio geloso, terribile nella sua gelosia, ma tenero e misericordioso. Anche Allah, unico vero Dio, non perdona gli idolatri, gli infedeli che non si convertono e non prestano fede alla sua parola.
Maometto ha scritto che Allah è il Dio che ha parlato ai profeti, gli stessi della Bibbia, e ha mandato gli angeli ad annunciare alla vergine Maria, l’unica donna chiamata per nome nel Corano, che avrebbe partorito un bambino a cui sarebbe stato dato il nome Messia e che sarebbe stato un profeta, non un dio.
Allah è il Dio che getterà il terrore nel cuore dei miscredenti, che debbono essere colpiti tra capo e collo senza timore, perché è lo stesso Allah che li uccide. Peraltro, la violenza era praticata anche presso gli Ebrei, che facevano le guerre nella certezza che il Dio degli eserciti marciava alla loro testa.
Col Nuovo Testamento questo atteggiamento cambiò, perché Gesù cominciò a predicare di amare il prossimo e di porgere al nemico l’altra guancia. Questi principi sono assenti nel Corano, dove è scritto che chi si difende dagli infedeli si salva, perché Allah è con lui e vieta solo di non combattere nel tempio e di non esagerare nella difesa e lascia che sia solo l’uomo a decidere se difendere la fede con la spada.
Nonostante questi paralleli tra le due religioni, va detto che c’è un mondo cristiano e un mondo musulmano, diversi e distanti tra loro.
L’amore verso il prossimo era un sentimento che i Romani non conoscevano, perché il loro impero si fondava sulla guerra, per cui non accettavano chi non voleva imbracciare le armi e combattere. Questo modo di vivere però non poteva durare a lungo. Non molti anni dopo l’impero romano si avviò verso il declino, mentre i cristiani forti della propria fede andarono intrepidi incontro la morte. Poi sulla scena politica comparve Costantino, che si convertì alla nuova religione e con lui si convertirono i sudditi dell’impero.
Ad un amico che gli chiese come potesse essere compatibile per un cristiano fare il guerriero, Sant’Agostino rispose che la perplessità era fondata, ma si doveva tener presente che anche Davide portava le armi. Per assicurare la pace, occorreva fare la guerra, alla quale potevano essere chiamati anche gli uomini di Dio, a condizione che essa fosse stata giusta, non santa, cosa molto diversa.
Al tempo delle invasioni barbariche a proposito della guerra si ritenne che chi uccideva in guerra era comunque tenuto a fare penitenza e quando dalla Terra Santa giunsero notizie dei pericoli nei quali incorrevano i cristiani, recatisi in quella regione per assolvere il voto del pellegrinaggio, nell’occidente furono bandite le crociate e di conseguenza si pose il problema di dirimere il conflitto di coscienza tra l’essere cristiani e guerrieri. Nello stesso tempo il califfato, la suprema autorità religiosa e politica musulmana, divenne insicuro per le lotte intestine e per questo violento.
Nei primi decenni dell’anno mille i cristiani avevano ripreso l’offensiva contro i Mori di Spagna, per riconquistare i territori occupati a cominciare dalla Castiglia. La riscossa all’inizio fu presentata come rivalità politica tra Stati confinanti; successivamente prese il nome di crociata e portò al consolidamento dei nuovi Stati cristiani. Questi intanto, assunto uno spirito unitario, agli inizi del secondo millennio furono spinti a bandire una crociata per recarsi in Terra Santa per liberare i luoghi dove Gesù era vissuto ed era morto in croce. Il dilemma di essere cristiani e guerrieri fu superato, perché la chiesa li assolse dai peccati, promettendo che chi moriva in quella guerra sarebbe stato un martire e sarebbe salito nella gloria dei cieli.
Nel clima di entusiasmo che si era creato furono istituiti i Templari, i monaci guerrieri, la cui Regola fu dettata da S. Bernardo di Chiaravalle la voce più ascoltata in quel periodo. Anche i musulmani si attrezzarono di fronte a questo fenomeno per buttare a mare gli invasori e ci riuscirono quando con Saladino trovarono l’unità.
Per secoli il termine crociata che aveva avuto il significato di guerra santa, scomparve. La stessa battaglia di Lepanto tra la flotta cristiana e quella turca non fu una guerra santa, ma essenzialmente commerciale, che ebbe il merito di arrestare l’avanzata ottomana e di segnare l’inizio della ripresa cristiana, mentre i musulmani si ritirarono nei loro spopolati paesi, dove vissero tranquilli, disinteressandosi di quel che accadeva appena fuori dei confini dei loto territori. Fu una posizione improvvida, perché a quel punto gli Occidentali ritennero di essere diventati i padroni e diedero inizio al tristo fenomeno del colonialismo, che terminerà dopo oltre due secoli con la fine della seconda guerra mondiale.
Oggi gli arabi sono riemersi e tentano di aggregarsi sotto le nere bandiere dello Stato dell’ISIS, che non per nulla di autodefinisce califfato. E per legittimare la loro violenta politica tirano fuori il Corano, dandogli una interpretazione settaria, controversa e non corretta. Esiste tuttavia anche un altro aspetto della situazione. Nel mondo occidentale, in particolare quello cristiano, esistono punti di riferimento a cui rivolgersi, il sacerdote, il vescovo, lo stesso pontefice, per dirimere dubbi e perplessità; nel mondo musulmano c’è l’imam, che è solo un fedele che ha studiato il Corano e presiede alla preghiera rituale comunitaria nelle moschee, spiega il libro e insegna secondo la propria sensibilità. Per questo il dialogo è impossibile, almeno difficile, perché manca l’interlocutore. Nel mondo islamico lo Stato è anche chiesa, il cui principio assoluto è combattere quelli che non credono in Dio, i miscredenti che stanno vicini e chi viene ucciso nella guerra santa sarà un martire, ma non un morto.
Così nel mondo si diffonde un clima di ostilità, si attua la chiusura verso gli altri, che spesso diventa disprezzo e intolleranza. (a. l.)

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Presentazione Progetto ELIMINATE "Una gomma per cancellare il tetano materno neonatale" agli alunni della Scuola Media Duca D'Aosta di NOVARA.

Gli accordi preliminari sono avvenuti tra il Club, rappresentato da Rosalba Barbieri e Luciano Coppola, e i Dirigenti della Scuola, rappresentata dal Prof. Carlo Pietro Bergamaschi, Dirigente e la Vice Dirigente Paola Sguazzini. E' intervenuto anche il Presidente attuale del Kiwanis Club Novara Monte Rosa Federico D'Andrea, che ha esteso l'interesse per il Progetto anche all' Ordine dei Medici. 

L' evento, programmato e iniziato lo scorso anno 2014, ha avuto oggi, 22 aprile, l'apice del suo sviluppo grazie all'iniziativa del Kiwanis International su tutto il territorio nazionale chiamata "ELIMINATE"

L' argomento, trattato serenamente con gli studenti e intitolato "una gomma per ELIMINATE", è stato accettato con inaspettato entusiasmo e attiva partecipazione.

Dopo aver allestito l'Aula Magna della Scuola con le adatte attrezzature multimediali, hanno avuto luogo, in sequenza, due presentazioni con video e diapositive erogate a due gruppi di Classi diverse.

E' stata decisa la data di una giornata ufficiale e celebrativa, durante la quale avrà luogo la consegna agli studenti delle gomme e degli attestati da parte del Kiwanis che enfatizzeranno l'atto generoso in corso.

Verranno successivamente pianificati con gli studenti gruppi di lavoro per allestire insieme iniziative cittadine rivolte ad obiettivi mirati a favore della comunità, coinvolgendo anche le Autorità locali.

Alcuni studenti hanno lanciato l'idea di creare liberamente alcuni Club a loro discrezione.

Ringraziamo chi ha voluto partecipare con la sua presenza rinforzando così l'effetto educativo dell' iniziativa.

Luciano Coppola

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Conviviale del 20 Marzo 2015 : Il Gorgonzola, prodotto locale di riconosciuta eccellenza

Una serata veramente gradita e particolare, dove i Soci del Club Kiwanis Novara Monterosa hanno potuto apprezzare la dettagliata relazione del Dott. Stefano Fontana, Direttore del Consorzio per la tutela del formaggio Gorgonzola DOP con sede a Novara.

Prima della sua relazione, il Dott. Fontana ha gentilmente deliziato i Soci e gli Ospiti con un assaggio tipico di Gorgonzola, da lui offerto, abbinato a miele e vino marsalato selezionato. Inoltre ha gentilmente omaggiato tutti i presenti con un ricco e caratteristico ricettario dedicato totalmente al Gorgonzola, corredato da un tagliere "g GORGONZOLA" tutto inox per formaggi spalmabili.

La relazione ha toccato prima le origini, poi la denominazione e per ultimo l' importante aspetto Expo di Milano 2015.

Il Gorgonzola è un formaggio assai antico, alcuni affermano che il Gorgonzola sarebbe stato fatto per la prima volta, nella località omonima alle porte di Milano, nell’anno di grazia 879.

Secondo altri la nascita ebbe luogo a Pasturo nella Valsassina, grande centro caseario da secoli, grazie alla presenza di quelle ottime grotte naturali la cui temperatura media è costante tra i 6°C ed i 12°C e consente, pertanto, la perfetta riuscita del Gorgonzola, così come di vari altri formaggi.

La cittadina Gorgonzola, in ogni caso, rimane il centro di maggior fama, se non di maggior produzione o commercio per vari secoli; infatti il primo vero nome del Gorgonzola fu quello di “stracchino di Gorgonzola”, meglio definito poi dal suo sinonimo di “stracchino verde”. In tal contesto, è fuor di dubbio che la sua produzione avvenisse con le mungiture autunnali della transumanza di ritorno dalle malghe od alpeggi.

La diffusione del Gorgonzola, per quanto lenta se rapportata ai successi di altri formaggi, fu tuttavia costante almeno per quanto riguarda l’area tra Lombardia e Piemonte: tanto il Pavese quanto il Novarese si aggiungono in modo massiccio a Milano ed al Comasco nella produzione del Gorgonzola.

Si prefigura così quello che i decreti del 1955 e del 1977 delimiteranno come zona di produzione e di stagionatura di questo formaggio ormai assurto alla denominazione di origine tutelata.

Dagli inizi del ‘900 in poi il Gorgonzola assapora i suoi crescenti successi soprattutto all’estero, stabilendo un record nelle esportazioni con oltre 100 mila quintali annui di formaggio destinati a Inghilterra, Francia e Germania; mentre il primo paese predilige il Gorgonzola bianco di sapore mite e leggermente piccante, francesi e tedeschi richiedono espressamente quello dalla pasta venata e dal gusto marcato, il cosiddetto Gorgonzola “a due paste”.

Nell’immediato dopoguerra viene messa a punto una nuova tecnica, cioè la lavorazione del Gorgonzola ad “una pasta”. Gradualmente sostituisce la precedente produzione, assai empirica, sensibilmente più costosa, igienicamente e qualitativamente incostante. I caseifici e le molte latterie disseminate in tutta la pianura padana, raccolgono il latte presso tutte le cascine e producono il formaggio che viene quindi trasportato presso i grandi centri di stagionatura. Negli anni settanta gli oltre 100 caseifici devono necessariamente modernizzare gli impianti produttivi e diversi piccoli produttori, non riuscendo a sostenere le spese, devono lasciare. Rimangono quindi ad oggi circa una trentina di aziende ben strutturate che oltre a lavorare il latte, il Gorgonzola lo stagionano nei lori moderni impianti; si distinguono in grandi e medi complessi.

La produzione degli ultimi anni conferma lo spostamento dell’asse produttivo. Tra le tre maggiori provincie produttrici, Novara raccoglie oltre il 45 %, Pavia il 22 % e Milano il 15%. Il resto si divide tra le altre provincie dell’area tipica di produzione e di stagionatura indicata dalle leggi di tutela di denominazione.

Il formaggio Gorgonzola, riconosciuto dall’ Unione Europea e registrato nella lista dei prodotti d.o.p. il 12/06/96 con Reg. Ce n° 1107, per beneficiare di tale denominazione, deve sottostare ai requisiti di conformità richiamati dal disciplinare di produzione.

L’ente designato ed autorizzato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali per il controllo di tali requisiti è il CSQA Certificazioni di Thiene; unicamente al formaggio idoneo viene rilasciato il certificato di conformità che permette la commercializzazione del prodotto a denominazione di origine protetta “gorgonzola”.

Delegato dallo Stato italiano e sotto la sua supervisione, è stato creato nel 1970 il Consorzio per la tutela del formaggio Gorgonzola che, con propri funzionari vigila per il pieno rispetto e l’applicazione delle norme vigenti in Italia ed all’estero dove la denominazione di origine “gorgonzola” è protetta.

La denominazione “gorgonzola” gode a pieno titolo della tutela accordata dal primo comma dell’art. 13 del Regolamento (CE) n. 510/2006 del Consiglio, ed in particolare dal punto b), secondo il quale le denominazioni registrate sono tutelate contro «qualsiasi usurpazione, imitazione o evocazione, anche se l’origine vera del prodotto è indicata o se la denominazione protetta è una traduzione o è accompagnata da espressioni quali “genere”, “tipo”, “metodo”, “alla maniera”, “imitazione” o simili».

Il formaggio Gorgonzola DOP sarà presente in Expo Milano 2015, con il Consorzio di tutela e attraverso la presenza di alcune aziende associate.

Il padiglione di Federalimentare NE10, denominato “CIBUS è ITALIA”, ospiterà 400 aziende con mille marchi suddiviso su due piani ed in 15 diverse aree tematiche.

Il Consorzio sarà presente nella area Afidop (Associazione Formaggi Italiani a denominazione di origine protetta) nello spazio 29, insieme ad altri 9 Consorzi di tutela di altri formaggi dop ed avrà a disposizione un corner di circa 10 metri lineari con immagini e uno schermo di grandi dimensioni ove verranno proiettati filmati e immagini istituzionali. Durante il periodo di Expo si terranno due momenti di assaggi e degustazioni della durata di una settimana, una a fine maggio e una a settembre. In un area appositamente attrezzata, aperta a tutti i visitatori, verranno poste in degustazione le due tipologie di formaggio Gorgonzola, il tipo dolce ed il tipo piccante.

Expo Milano 2015 è l’Esposizione Universale che l’Italia ospiterà dal primo maggio al 31 ottobre 2015 e sarà il più grande evento mai realizzato sull’alimentazione e la nutrizione. Per sei mesi Milano diventerà una vetrina mondiale in cui i Paesi mostreranno il meglio delle proprie tecnologie per dare una risposta concreta a un’esigenza vitale: riuscire a garantire cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti i popoli, nel rispetto del Pianeta e dei suoi equilibri. Un’area espositiva di 1,1 milioni di metri quadri, più di 140 Paesi e Organizzazioni internazionali coinvolti, oltre 20 milioni di visitatori attesi. Sono questi i numeri dell’evento internazionale più importante che si terrà nel nostro Paese.

Expo Milano 2015 sarà la piattaforma di un confronto di idee e soluzioni condivise sul tema dell’alimentazione, stimolerà la creatività dei Paesi e promuoverà le innovazioni per un futuro sostenibile. Ma non solo. Expo Milano 2015 offrirà a tutti la possibilità di conoscere e assaggiare i migliori piatti del mondo e scoprire le eccellenze della tradizione agroalimentare e gastronomica di ogni Paese. Per la durata della manifestazione, la città di Milano e il Sito Espositivo saranno animati da eventi artistici e musicali, convegni, spettacoli, laboratori creativi e mostre.

L’Italia, candidando Milano per ospitare l’Esposizione Universale, ha scelto il Tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. Expo Milano 2015 si confronta con il problema del nutrimento dell’uomo e della Terra e si pone come momento di dialogo tra i protagonisti della comunità internazionale sulle principali sfide dell’umanità.

( i dati, i testi ed alcune foto sono stati estrapolati da Luciano Coppola sul sito ufficiale www.gorgonzola.com )

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